mercoledì 26 gennaio 2022

La variante Omicron è più contagiosa perché sopravvive meglio quando è depositata su superfici esterne?

La stampa internazionale ha dato ampio risalto ai risultati di un recente lavoro presentato da un gruppo di ricerca giapponese (Kyoto Prefectural University of Medicine) che ha studiato i tempi di sopravvivenza di diverse varianti virali del SARS-CoV-2 quando sono depositate su superfici esterne (materiali plastici o pelle umana). Il lavoro attualmente è disponibile sotto forma di pre-print, non ancora sottoposto al giudizio di referee.

Alcuni commentatori hanno frettolosamente concluso che "i tempi di sopravvivenza di Omicron, più grandi rispetto alle altre precedenti varianti, spiegherebbero l'elevata contagiosità del nuovo ceppo dominante". 

In realtà, andando a leggere l'articolo, le cose non stanno esattamente così: i tempi di sopravvivenza di Omicron sono circa doppi rispetto al ceppo originale di Wuhan, ma sono molto simili a quelli di altre varianti come, ad esempio, Alpha e Beta, ambedue molto meno contagiose rispetto ad Omicron:

Valore mediano del tempo di sopravvivenza di diverse varianti del virus SARS-CoV-2 su una superficie di plastica (A) e su pelle umana (B). Tratto dal lavoro citato precedentemente

Si vede inoltre che il ceppo Delta (che durante la scorsa estate aveva sostituito Alpha) è caratterizzato da tempi di sopravvivenza significativamente inferiori rispetto ad Alpha. Questo risultato è in linea con l'osservazione che - in generale - il contagio attraverso fomiti (vettori passivi che il virus utilizza per trasferirsi da un organismo all'altro come, ad esempio, superfici di maniglie e corrimano, pulsantiere di citofoni e ascensori, biancheria ed altri oggetti d'uso personale) non è uno dei meccanismi principali attraverso cui si propaga l'infezione da SARS-CoV-2.

Ormai c'è un consenso abbastanza consolidato sul fatto che il meccanismo principale di propagazione del virus sia quello che utilizza gli aerosol emessi dalle persone positive quando parlano o anche semplicemente respirano, soprattutto se si trovano all'interno di locali al chiuso e non indossano correttamente la mascherina. Il lavoro del gruppo di ricerca giapponese non ha investigato questo meccanismo di trasferimento virale, ma il fatto che la sopravvivenza di Omicron su superfici solide non sia molto diversa rispetto a quella di alcune precedenti varianti ci fa propendere verso l'idea che andamenti simili si possano osservare anche per gli aerosol (si tratta - vorrei essere chiaro - solo di una mia congettura perché, fino ad oggi, non disponiamo ancora di dati sperimentali per questo specifico tema).

Un altro recente lavoro aveva mostrato che le mutazioni presenti in Omicron non sono tali da migliorare sensibilmente l'interazione tra la sua proteina spike ed i recettori ACE2 delle cellule umane, rendendo più facile il processo di infezione. 

Rimane quindi da chiarire perché Omicron abbia una contagiosità così alta rispetto a tutte le altre precedenti varianti: senz'altro la sua stabilità quando è depositata su superfici esterne non è tale da giustificare la differenza.

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