giovedì 13 gennaio 2022

Ma Andalo è ancora in "zona gialla"?

Secondo i dati ufficiali della Provincia, il 9,5% dei residenti nel Comune di Andalo (1.124 abitanti) risulta positivo al SARS-CoV-2. Se teniamo conto che i positivi sono stati trovati usando quasi esclusivamente tamponi antigenici, possiamo presumere che quasi un altro 5% dei residenti di Andalo abbia ottenuto un responso falso negativo e sia libero di muoversi senza vincoli pur essendo potenzialmente contagioso. Per non parlare degli asintomatici (che sono comunque potenzialmente contagiosi) che il tampone non l'hanno neppure fatto.

I cittadini di Andalo sono in buona compagnia perché in molte altre località del Trentino si segnala una presenza  di contagi pressoché doppia rispetto alla media provinciale. Fino a qualche mese fa, i Comuni che registravano picchi anomali dei contagi venivano identificati come una sorta di mini zona rossa, attuando una serie di provvedimenti atti a contenere la diffusione dei contagi. Con il nuovo corso, associato all'idea di Omicron "simile ad un comune raffreddore" questo tipo di provvedimenti non si adotta più.

Sembra che le Autorità sanitarie abbiano implicitamente deciso di "lasciar correre" il virus il più velocemente possibile, anche se nessuno ce lo ha comunicato ufficialmente. E pazienza se l'elevatissimo livello dei contagi produrrà enormi difficoltà alle molte persone costrette ad una situazione molto simile al lockdown, anche se ufficialmente di lockdown non se fanno più. Per non parlare della situazione degli ospedali dove si continuano a chiudere reparti per far posto ai malati di Covid-19.

Insomma una situazione sanitaria che dovrebbe generare qualche preoccupazione. Anche perché, essendo Andalo un territorio a forte vocazione turistica, non sembra che un tale livello di contagi costituisca il migliore biglietto da visita per attrarre gli amanti degli sport invernali (a meno che si tratti di qualche no-vax alla affannosa ricerca di un green-pass!).

Mentre i dirigenti dell'Azienda Sanitaria si stanno dando da fare per far uscire dalle statistiche il maggior numero possibile dei ricoverati in modo da mantenere il Trentino aggrappato alla zona gialla, si potrebbe pensare di attivare qualche misura per contenere la diffusione dei contagi almeno nei Comuni del Trentino dove la circolazione virale è più massiccia.

Prima di finire tutti in zona rossa, dovremmo almeno cercare di circoscrivere i focolai più intensi.

2 commenti:

  1. Anche se la classificazione nazionale pone alcune regioni in zona gialla, si potrebbero definire mini zone rosse, come è stato fatto in Alto Adige lo scorso novembre. Soprattutto nelle regioni più grandi è facile spalmare i positivi concentrati in un comune o provincia su tutto il territorio e rimanere in zona gialla o addirittura bianca. Capisco che dal punto di vista amministrativo sia più facile gestire i numeri a livello di regione/PA, però considerare territori più circoscritti sarebbe, secondo me, più utile. Forse è meglio un piccolo lockdown di due settimane dove c'è maggiore concentrazione di contagi, piuttosto che affannarsi a cercare scappatoie burocratiche, che sulla carta fanno apparire una situazione tutto sommato accettabile, ma non aiutano a preservare le persone dal contagio o peggio e a conservare la capacità del sistema sanitario di gestire tutte le patologie e non solo quelle legate alla pandemia.

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  2. Attualmente a San Giovanni di Fassa il 9,2% della popolazione è positiva. Sempre in val di Fassa incidenza alta a Campitello (9,2%) e Soraga (7,8%).

    In mezzo Andalo, con il 9,1% degli abitanti attualmente contagiato.

    Poi Croviana (7,8%), Caderzone Terme (7,7%), San Lorenzo Dorsino (7,5%), Comano, Frassilongo e Massimeno (7,1%).

    A seguire Dimaro Folgarida e Pellizzano (6,9%), Telve di Sopra (6,8%), Peio e Ossana (6,7%), Molveno e Caldes (6,5%), Predazzo, Bleggio Superiore e Fierozzo (6,4%).

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