domenica 23 gennaio 2022

Il “lockdown di fatto” delle famiglie con bambini

Le 380 classi trentine che ieri risultavano ufficialmente in DAD sono solo la punta dell’iceberg di una situazione di estremo disagio che la pandemia sta provocando nelle Scuole. Il quadro è particolarmente grave nelle Scuole materne ed elementari: solo una piccola parte degli alunni è vaccinata e, per i più piccoli, il vaccino non è disponibile.

Con l’attuale livello di prevalenza virale (circa il 5% della popolazione trentina è ufficialmente positiva) non c’è classe nella quale non si contino uno o più contagi e le Scuole stanno affannosamente cercando di gestire le situazioni più critiche. L’Azienda sanitaria fa quello che può, ma è oberata di lavoro su più fronti. I tamponi molecolari salivari, che sarebbero dovuti diventare lo strumento fondamentale per la gestione della pandemia nelle Scuole, rimangono largamente inutilizzati e, alla fine, l’unica soluzione possibile è quella di lasciare a casa migliaia di alunni.

Questa situazione finisce fatalmente per scaricarsi sulle famiglie dei bambini, soprattutto quelli più piccoli che non possono essere lasciati a casa da soli. Anche chi ha la fortuna di avere nonni disponibili non può contare sul loro aiuto a causa del rischio di trasferire il contagio.

Per molte famiglie è iniziato un “lockdown di fatto” che costringe almeno uno dei genitori a rimanere a casa. In molti casi, oltre ai disagi, si somma la perdita dello stipendio o delle entrate legate alle attività professionali senza contare – per i dipendenti – i possibili contasti con il datore di lavoro, a sua volta messo sotto pressione dalle assenze di personale.

Le soluzioni proposte sono talvolta “fantasiose”. Alcuni suggeriscono di non fare più tamponi, a meno che non si manifestino sintomi significativi. Un modo come un altro per ignorare la pandemia, sperando che la grande maggioranza dei bambini si contagi al più presto, generando – almeno per i più piccoli – una sorta di immunità di gregge. Chi propone di fare i tamponi solo ai sintomatici dovrebbe avere il coraggio di dire chiaramente quale è l’idea che sta alla base della sua proposta. 

Far correre il contagio, lasciando i bambini positivi asintomatici liberi di stare assieme ai coetanei che non sono stati ancora infettati, non è una operazione indolore. In particolare, rischia di mettere sotto pressione i servizi pediatrici perché purtroppo anche i più giovani possono sviluppare, sia pure raramente, gravi complicanze e soffrire delle conseguenze a lungo termine della malattia. Quando il numero di contagi cresce a dismisura, gli eventi avversi – anche se rari – possono diventare numerosi.

Col senno di poi, si sarebbe potuto pensare di attrezzare le aule scolastiche con adeguati sistemi di monitoraggio e di circolazione/sanificazione dell’aria, separando in aule diverse i bambini positivi senza sintomi, rispetto a quelli negativi. In pratica si sarebbero lasciati a casa solo gli alunni positivi con sintomi, esattamente come succede per una normale influenza. Questo avrebbe consentito di ridurre la pressione sulle famiglie, ma avrebbe richiesto la disponibilità di spazi molto più ampi di quelli effettivamente disponibili e soprattutto di investimenti in personale e attrezzature che non sono mai stati fatti.

Chiudendo il “libro dei sogni” e tornando alla realtà, non ci resta che citare il mitico Eduardo: “Ha da passà 'a nuttata!”.

4 commenti:

  1. Matteo Renzi, leader di Italia Viva: «Bisogna smettere di inseguire isterie di chi dice che avremo un gennaio catastrofico per il Covid. È un altro Covid rispetto a un anno fa. Sono più che dimezzate le terapie intensive a fronte di un aumento dei contagiati, che sono 30 volte di più rispetto ai contagiati di marzo 2020».

    E ancora: «Bisognerebbe fare regole ancora più semplici per le scuola. Se tu chiudi le scuole, fai la cosa più ingiusta che ci possa essere: condanni questi ragazzi a vivere in uno stato di segregazione culturale e educativa».

    Infine: «Il Covid non è una influenza. Ma la nuova variante Omicron va gestita come si gestisce una influenza. Bisogna insistere sulle monoclonali. Gestiamola senza culto del numero dei contagiati: bisognerebbe solo dare il numero delle terapie intensive».

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    1. In generale diffido dei politici (non solo di Renzi) quando danno ricette troppo semplici per la gestione della pandemia.

      Il tema è complesso e ha molte sfaccettature che mal si conciliano con la necessità dei politici di ridurre tutto a brevi slogan.

      Ciò premesso, c'è un punto su cui vorrei essere chiaro: qualsiasi sia la ricetta applicata, credo che i cittadini abbiano il diritto di essere informati e di conoscere tutta la verità: se si tratta come un'influenza una malattia che un'influenza non è, ci saranno dei danni in più dal punto di vista sanitario (tradotti alla fine in più ricoveri e più decessi).

      Questa è stata sostanzialmente la scelta inglese, ma a BoJo va riconosciuto il merito di aver informato gli inglesi di come stavano esattamente le cose. Non gli ha raccontato che "apriva tutto rispettando i massimi criteri di sicurezza".

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  2. Ieri in Trentino le classi con sospensione della didattica in presenza erano 434.

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  3. Estratto dall'Ordinanza n. 87 Provincia Autonoma di Trento
    PAT/RFD327-19/01/2022-0044705

    Il Presidente
    | Prot. n. A001/2022
    Ordinanza n. 87
    Ulteriori misure per la. prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 in materia di gestione dei casi di positività nell'ambito dei servizi socio--educativi della prima infanzia, nelle scuole dell'infanzia e in ambito scolastico.

    ...omissis...
    4) Scuola secondaria di secondo grado e sistema di istruzione e formazione professionale:
    - in presenza di tre casi di positività tra gli alunni/e della stessa classe:
    a) proseguono la didattica in presenza con l'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 per almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, i soggetti contatti stretti asintomatici della classe che dimostrino di aver ricevuto la dose booster oppure di aver completato il ciclo vaccinale primario nei 120 giorni precedenti oppure siano guariti da SARS-CoV-2- nei 120 giorni precedenti. Per questi soggetti il periodo di auto- sorveglianza termina al giorno 5;
    b) per tutti gli altri studenti/studentesse della classe il dirigente/responsabile della struttura competente sospende per 10 giorni la didattica in presenza e attiva la didattica a distanza. I
    medesimi procedono nella quarantena, secondo quanto previsto nella circolare ministeriale num. 60136 del 30/121/2021.
    ...omissis...
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    Perciò, se si arriva al terzo infetto, in una classe dalla 1° superiore in su, vanno a casa in quarantena e in DAD, oltre agli infetti, anche tutti coloro che siano guariti o bivaccinati da più di 120 giorni, oltre ai monovaccinati e ai non vaccinati, mentre gli altri, protetti con FFP2, continuano, con precauzioni aumentate, la didattica in presenza.
    Ma in che cosa consiste la DAD per la parte di classe che resta a casa, visto che è sempre stata osteggiata la didattica ibrida, o TRIS che dir si voglia?
    Quante sono in tutto il Trentino le aule attrezzate per la didattica ibrida TRIS, di cui si vedono rassicuranti foto sui giornali on line nazionali? Il 5% o meno?
    E come la mettiamo con gli studenti BES che, se sono in buona salute, dovrebbero sempre godere della didattica in presenza e anche accompagnati da altri compagni di classe per mantenere un minimo di gruppo classe?
    Altrimenti DAD vuole dire ancora, dopo 2 anni, scuola tutta a casa, in carico a famiglie e docenti, naturalmente ringraziando quelli che hanno la buona volontà di inventarsela e di proporla seriamente.
    Ad oggi, le classi in quarantena sono meno di 500, ma quante altre sono in situazione di frequenza molto irregolare?

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