sabato 1 gennaio 2022

Siamo accerchiati dai contagi?

Oggi l'Italia ha superato la soglia di 1 milione di persone virologicamente positive. I contagi "spuntano come i funghi" e dobbiamo prepararci ad un ulteriore aumento, sia perché l'onda associata alla nuova variante Omicron non ha ancora esaurito la sua spinta, sia a causa degli incontri legati ai festeggiamenti di Capodanno che produrranno, tra breve, i loro effetti.

La scelta di lasciare tutto aperto ha un costo tangibile in termini di contagi e potrebbe presto presentare anche un conto salato sul fronte dei ricoveri ospedalieri. Aldilà dell'effetto "harvesting" che, entro la fine di questo mese di gennaio, dovrebbe comunque produrre un calo dei contagi, l'andamento futuro della pandemia dipenderà molto anche dai comportamenti individuali. 

Senza fare terrorismo, è bene che le persone conoscano i rischi che corrono e facciano scelte consapevoli. A questo fine, può essere utile stimare la probabilità di avere contatti con persone positive, soprattutto quando si tratta di persone che non mostrano sintomi evidenti, ma possono essere comunque contagiose.

Attualmente, il dato dei contagi del Trentino è più o meno allineato rispetto a quello nazionale, con quasi il 2% della popolazione virologicamente positiva. Il picco ufficiale dei contagi oggi lo troviamo nel piccolo Comune di Massimeno (5% della popolazione positiva). Altri 4 Comuni si trovano oltre la soglia del 3% (Caderzone Terme, Ospedaletto, Ronchi Valsugana e Pellizzano), ma si tratta di centri sotto i  1.000 abitanti e quindi il loro impatto sul dato provinciale complessivo non è particolarmente rilevante.

Sono sicuro che tutti i positivi ed i loro contatti stretti rispetteranno scrupolosamente le norme di isolamento e quarantena, ma possiamo ragionevolmente ritenere che un numero più o meno equivalente di persone potenzialmente contagiose giri "a piede libero".

Tra coloro che sono inconsapevolmente contagiosi vanno annoverati sia quelli che hanno contratto la malattia in forma lieve e la confondono con i comuni "mali di stagione", sia coloro che sono pre-sintomatici, ovvero oggi non hanno sintomi, ma li avranno nei prossimi giorni. 

I tempi di incubazione della variante Omicron sembrano essere più ridotti rispetto ai ceppi virali precedenti, ma rimane sempre un certo arco temporale in cui i contagiati diventano a loro volta contagiosi prima che appaiano i primi sintomi. Molti girano tranquilli anche perché hanno fatto un tampone rapido antigenico con esito negativo, ignorando che questi tamponi "non vedono" una fetta importante (almeno il 30%) dei positivi.

Facendo un conto molto grossolano, attualmente - in Trentino - la probabilità di incontrare una persona contagiosa può essere pari a circa il 2% (1 ogni 50 persone che incontriamo). Il che significa che, se entriamo in un locale affollato, c'è una elevata probabilità di condividere lo spazio con almeno una persona contagiosa. Questo - assieme all'alto livello di contagiosità della variante Omicron - spiega il dato elevatissimo dei contagi.

Fino a qui abbiamo considerato l'incidenza media dei contagi, senza disaggregare i dati a seconda delle fasce d'età. Se osserviamo gli ultimi dati distribuiti dall'Istituto Superiore di Sanità si nota che il recente forte aumento dei contagi ha colpito prevalentemente le persone più giovani. Si nota una fortissima differenza della prevalenza virale in base all'età delle persone contagiate. L'origine di questo fenomeno può avere diverse spiegazioni: certamente i giovani hanno avuto maggiori occasioni di contatto, specialmente in occasione dei festeggiamenti natalizi. Inoltre i giovani sono meno protetti dalla terza dose vaccinale che, fin qui, è stata prevalentemente somministrata alle persone più anziane.

Incidenza settimanale normalizzata rispetto ad un campione di 100 mila abitanti, disaggregata in base alle fasce d'età dei contagiati. Il periodo considerato va dal 20 al 26 dicembre, Si nota che l'aumento più importante si è registrato nelle fasce d'età comprese tra i 10 ed i 39 anni. L'aumento dei contagi tra gli ultra-settantenni è stato sostanzialmente trascurabile. Tratto dal bollettino ISS dello scorso 28 dicembre

Non ho dati dettagliati per il Trentino, ma immagino che l'andamento locale non sia stato molto diverso rispetto a quello nazionale. Ciò significa che, quando abbiamo a che fare con ambienti frequentati soprattutto da giovani, la presenza di una o più persone potenzialmente contagiose è quasi certa. Alla luce di questo dato, si spiega perché il Governo nazionale abbia deciso di imporre la chiusura delle discoteche che non sono certamente l'unico ambiente al chiuso frequentato da giovani, ma  - in queste condizioni - rappresentavano una vera e propria "bomba virologica".

Possiamo infine trarre alcune indicazioni di puro buonsenso:

  1. Le persone anziane e fragili dovrebbero evitare il più possibile di frequentare luoghi chiusi dove non si usa la mascherina, soprattutto se sono affollati da persone giovani.
  2. Per i nonni - come il sottoscritto - i nipoti sono una gioia del cuore, ma possono essere molto pericolosi, soprattutto se i nonni non hanno ancora fatto la terza dose vaccinale.
  3. Tutti - giovani e anziani - dovrebbero rispettare scrupolosamente le norme di protezione, soprattutto per quanto riguarda l'uso delle mascherine (molto meglio se FFP2, indossate correttamente). Eppure vediamo continuamente persone che girano con la mascherina sul mento, illuse che il contagio non le riguardi, ma sia solo un problema degli altri.
  4. Altrettanto importante è lo scrupoloso controllo dei green-pass. I non vaccinati sono - per fortuna - abbastanza pochi, ma a loro è associato un livello di rischio nettamente superiore rispetto al resto della popolazione. Quando il barista vi strizza l'occhio affermando che "lui non è un controllore", vi consiglio senz'altro di cambiare bar.

4 commenti:

  1. Dati ufficio stampa Provincia

    Oggi
    1.189 positivi all’antigenico (su 13.895 test effettuati).

    Ieri
    1.102 positivi all’antigenico (su 12.932 test effettuati)

    Giovedì
    1.032 positivi all’antigenico (su 13.393 test effettuati). 

    Mercoledì
    737 positivi all’antigenico (su 11.217 test effettuati).

    Martedì
    Sono stati 13.118 i test rapidi effettuati, dei quali 776 sono risultati positivi

    Lunedì
    250 positivi all’antigenico (su 5.994 test effettuati)

    Ipotizzando il 30% di falsi negativi nei tamponi rapidi, si arriva a 20mila persone positive nell'ultima settimana...

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    1. La stima dei falsi negativi non va fatta sul numero di tamponi fatti, ma su quella del numero di persone positive che hanno fatto il tampone rapido.

      Se 1000 persone positive fanno il tampone antigenico rapido, tipicamente ne vengono riconosciute 700, mentre 300 ricevono un risultato negativo, pur essendo positive.

      Ipotizzando che in una settimana i tamponi rapidi abbiano identificato 5000 nuovi positivi, ce ne potrebbero essere altri 2000 che pur avendo ricevuto una risposta negativa, sono invece positivi. Se a questi aggiungiamo coloro che - pur avendo sintomi - non hanno fatto il tampone, arriviamo facilmente a 10.000 persone, il doppio di coloro che sono stati ufficialmente identificati con il tampone.

      Questo è un dato medio: il valore esatto dipende da vari fattori come la distribuzione della carica virale dei positivi, la prevalenza virale e le caratteristiche dei tamponi utilizzati (in commercio ne esistono diverse centinaia di modelli diversi).

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  2. La variante Omicron inganna i test rapidi
    30 Dicembre 2021 - Antonio Caperna

    Dagli Usa arriva la notizia che i test rapidi per il Covid sono meno attendibili nei casi di contagio con Omicron e portano a un «falso negativo».

    «I primi dati - spiega la FDA - ci dicono che questi test possono mostrare una ridotta sensibilità nel tracciare la variante Omicron», per questo alcuni studiosi consigliano di usare due test, a distanza di poco tempo l'uno dall'altro, in modo da confermare l'eventuale negatività al virus.

    Invece i test molecolari «sono più accurati», perché individuano milioni di copie del virus.

    https://www.ilgiornale.it/news/politica/variante-buca-due-dosi-e-inganna-i-test-rapidi-1998936.html

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  3. Ammassati, con o senza mascherina:
    la via inglese e quella spagnola al tifo da stadio

    Le immagini da Londra e Madrid spiegano bene i differenti approcci nei due Paesi. In Italia la capienza degli impianti è appena stata ridotta al 50% (e con obbligo di Ffp2)

    Matteo Nava - 3 gennaio

    Le immagini di ieri allo Stamford Bridge e al Coliseum del Getafe

    Nell’attesa che la Serie A torni a battere un colpo con il primo turno di ritorno fissato per l’Epifania, i primi giorni del 2022 stanno allietando gli appassionati di calcio con le partite di calcio inglese e spagnolo, in primis. Anche soltanto facendo zapping tra un canale e l’altro e imbattendosi in uno di questi match, salta immediatamente all’occhio la grande differenze che c’è sugli spalti dei vari impianti da una nazione all’altra. Paese che vai, usanze che trovi.

    IN INGHILTERRA

    Come ormai è tradizione, la Premier League non si è praticamente fermata dal “Boxing day” del 26 dicembre a oggi, giorno in cui scende in campo il Manchester United di Cristiano Ronaldo contro il Wolverhampton. In ognuna delle partite del principale campionato britannico, la scena sulle tribune è stata la stessa dei tifosi presenti a Stamford Bridge nel 2-2 tra Chelsea e Liverpool. Tanti tifosi, tutti vicini e senza mascherine.

    Questo è il canovaccio del calcio inglese, che a un primo sguardo pare vivere in un mondo parallelo dove le parole pandemia, Covid e coronavirus sono sconosciute oppure ormai dimenticate. Proprio con il nuovo anno, peraltro, in alcuni stadi è tornata la possibilità di tifare in piedi come non accadeva da ben 25 anni: un test che durerà fino a fine stagione come progetto pilota. Poi si vedrà.

    IN SPAGNA

    Situazione differente nella penisola iberica e in questo caso l’istantanea arriva dal Coliseum di Getafe, dove il Real Madrid di Carlo Ancelotti è caduto sempre ieri dopo 15 partite. L’allenatore italiano dei Blancos ha dichiarato che i suoi giocatori erano probabilmente ancora in vacanza, mentre i tifosi spagnoli non lo erano di certo: l’impianto era stracolmo per la partita di Liga ma, a differenza di quanto visto in Premier League, praticamente tutti i sostenitori indossavano la mascherina. Una precauzione in più, insomma, all’insegna della cautela abbinata alla tutela dello sport professionistico.

    https://www.gazzetta.it/Calcio/Premier-League/03-01-2022/covid-tifosi-stadi-esempi-diversi-premier-league-liga-430741484412.shtml

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