lunedì 31 gennaio 2022

Aggiornamento sulla pandemia: uno sguardo a Gran Bretagna ed Israele

Vi presento il consueto aggiornamento settimanale sull'andamento della pandemia in Gran Bretagna e Israele. Per diversi motivi, i 2 Paesi sono oggetto di un particolare interesse: la Gran Bretagna è stato il primo Paese europeo ad essere investito dall'ondata legata alla diffusione della variante Omicron (con circa 2 settimane di anticipo rispetto all'Italia), mentre Israele è riuscito a rimandare di qualche settimana (ma non ad evitare) l'arrivo di Omicron. 

Attualmente Israele viaggia su un livello di contagi che è tra i più alti al mondo (ogni settimana vengono infettati circa il 5% degli abitanti). Israele è anche il Paese che ha sperimentato la somministrazione della quarta dose vaccinale e che, prima di tutti, sta utilizzando il nuovo antivirale Paxlovid (prodotto da Pfizer) per prevenire l'insorgenza di gravi complicanze nei soggetti più a rischio.

Partiamo dalla Gran Bretagna, che ormai da 3 settimane ha superato il massimo dell'ondata pandemica:

Nuovi contagi settimanali in Gran Bretagna, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid degli ospedali britannici, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. Il dato dell'ultima settimana (indicato con un asterisco) è una stima  basata su dati parziali

Nuovi decessi Covid settimanali normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. I dati comprendono soltanto i decessi avvenuti entro 4 settimane dalla data del primo tampone positivo

Notiamo che il numero dei contagi è sceso ad una valore pari a circa la metà rispetto al massimo osservato all'inizio di gennaio. Anche i nuovi ricoveri nei reparti Covid sono diminuiti, pur essendo ancora assestati su un livello che è pari a circa 2/3 del massimo. Non si vede ancora un calo significativo sul fronte dei decessi che, nel corso delle ultime 3 settimane, sono rimasti vicini al livello di 3 casi settimanali per ogni 100 mila abitanti.

La pandemia in Gran Bretagna sta seguendo un andamento perfettamente in linea con le aspettative: si nota il consueto ritardo temporale esistente tra contagi, ricoveri e decessi. L'onda "lunga" dei contagi si osserva sui decessi con un ritardo di almeno 2 settimane.

Passiamo ora a Israele che non ha ancora superato il punto di massimo del picco pandemico. Come ricordato precedentemente, la circolazione virale è attualmente molto elevata, tra le più alte a livello mondiale. La forte diffusione dei contagi tra bambini (non vaccinabili) o ragazzi (poco vaccinati) e una migliore capacità di tracciare il numero reale dei contagi potrebbero spiegare, almeno in parte, questo dato.

Andamento dei contagi in Israele (dato settimanale normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti). Il dato relativo all'ultima settimana è una stima, basata su un numero limitato di dati

Il dato più preoccupante che arriva da Israele è quello relativo al numero di pazienti ricoverati nei reparti Covid in condizioni gravi. Il loro numero ha superato quota 1.100, un valore ormai prossimo al livello massimo che gli ospedali israeliani sono in grado di gestire

Il grafico seguente mostra l'incidenza dei ricoveri in condizioni gravi per i cittadini israeliani con almeno 60 anni di età (la grande maggioranza di coloro che vengono ricoverati in condizioni gravi) a seconda del loro stato vaccinale.

Incidenza dei ricoveri in condizioni gravi tra i cittadini israeliani con almeno 60 anni di età, in funzione dello stato vaccinale. Il grafico usa una scala semi-logaritmica

Alla fine dello scorso mese di dicembre, Israele aveva osservato una crescita dei ricoveri in condizioni gravi. Pur in presenza di una incidenza nettamente superiore per i non vaccinati (linea rossa nel grafico superiore), Israele aveva notato un aumento particolarmente rilevante per coloro che disponevano di un certificato di vaccinazione valido (ultima dose somministrata da non più di 6 mesi), rappresentati dalla linea verde. Questo fenomeno aveva portato ad un avvicinamento tra la linea rossa e la linea verde, ovvero ad un livello di protezione vaccinale minore rispetto a quello che era stato osservato fino alla fine dello scorso mese di dicembre.

I dati degli ultimi 10 giorni mostrano che le due curve si stanno allontanando. Non è ancora chiara la causa di questo andamento. Ci potrebbero essere effetti di diversa origine:

  1. Israele ha somministrato fino ad oggi poco più di 600 mila quarte dosi vaccinali a cittadini ultra-sessantenni, privilegiando in particolare quelli più fragili. I cittadini israeliani che hanno ricevuto 3 dosi vaccinali sono circa 4,4 milioni. La quarta dose ha dimostrato una limitata efficacia nel prevenire i contagi sintomatici, ma potrebbe avere aumentato le difese verso i contagi più gravi.
  2. Nel corso delle ultime 2 settimane, Israele ha iniziato ad utilizzare l'antivirale Paxlovid che ha una elevata efficacia per prevenire la comparsa di gravi complicanze nei pazienti a più alto rischio. Non sono noti i criteri con cui Israele distribuisce il nuovo antivirale e non abbiamo dati della sua efficacia su pazienti vaccinati e non vaccinati. In attesa di conoscere dati specifici, possiamo ipotizzare che, grazie anche all'uso dell'antivirale, Israele abbia limitato, almeno in parte, l'impatto dei contagi più gravi.
  3. Un terzo elemento da tenere presente riguarda la diffusione relativa delle varianti Delta e Omicron. Ci aspettiamo che, analogamente a quanto è successo negli altri Paesi, il mese di gennaio abbia visto - anche in Israele - una progressiva sostituzione della variante Delta con Omicron. L'aumento particolarmente rilevante dei casi gravi osservato tra i vaccinati alla fine del mese di dicembre poteva essere interpretato come una minore difesa dei vaccini nei confronti del ceppo virale Omicron, ma questa ipotesi è in palese contrasto con l’andamento dei dati britannici che - in occasione dell'arrivo di Omicron - hanno visto un forte aumento dei ricoveri, ma una sostanziale stabilità dei ricoveri in terapia intensiva.
In conclusione, il dato sui casi gravi registrati in Israele è incoraggiante perché mostra che i vaccini garantiscono comunque un rilevante effetto protettivo, ma - al momento - non è di facile interpretazione. 
 
La questione relativa alla probabilità che una persona vaccinata sviluppi gravi complicanze dopo un contagio con la variante Omicron non è ancora del tutto chiarita.



3 commenti:

  1. La quarta dose di vaccino Covid abbatte
    di oltre 4 volte il rischio di malattia grave

    Ricercatori israeliani hanno determinato che la quarta dose di vaccino Covid abbatte di oltre 4 volte il rischio di malattia grave e di 2 volte l’infezione

    La quarta dose di vaccino anti Covid abbatte sensibilmente il rischio di infezione e malattia grave rispetto alle tre dosi. È quanto emerso da un nuovo studio – non ancora sottoposto a revisione paritaria – condotto da Israele, pioniere nella campagna vaccinale contro il coronavirus SARS-CoV-2.

    Il Paese mediorientale è stato infatti il primo al mondo ad autorizzare l'inoculazione di un secondo richiamo o booster (la quarta dose, appunto) in specifiche fasce della popolazione, quelle maggiormente esposte al rischio di infezione e COVID-19 severa: i cittadini con età uguale o superiore ai 60 anni, gli operatori sanitari e i soggetti fragili con sistema immunitario compromesso.

    L'obiettivo era contrastare l'ondata di variante Omicron (B.1.1.529) che sta ancora investendo numerosi Paesi, sebbene le curve epidemiologiche stanno dando chiari segnali di rallentamento. A un mese esatto dalle prime somministrazioni delle quarte dosi, iniziate il 2 gennaio 2022, sono stati pubblicati i primi risultati che ne dimostrano l'efficacia.

    continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/la-quarta-dose-di-vaccino-covid-abbatte-di-oltre-4-volte-il-rischio-di-malattia-grave/

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  2. Israele, il capo della task force anti-Covid:
    “Con Omicron orizzonte diverso. Ancora malati e morti,
    ma possibile normalità in un paio di mesi”

    Arnon Shahar, responsabile della task force anti-Covid del Maccabi Healthcare Services: "La quarta dose protegge fino a due volte in più del booster. Probabilmente avremo il vaccino ogni 9 o ogni 12 mesi. Se il virus rimarrà Omicron nel giro di due mesi potremo intravedere la normalità. Anche se non credo che toglieremo la mascherina così velocemente come hanno fatto in altri Paesi".

    Uno “tsunami di positivi”, “ospedali pieni” e sotto pressione, ma anche una prospettiva a breve termine di portare giù la curva delle infezioni e tenere a bada in futuro Sars Cov 2 e tutte le sue varianti magari con “una vaccinazione ogni 9 oppure 12 mesi”.

    Intanto la priorità di questa guerra è di proteggere i “fragili e salvare vite” anche con il nuovo “arsenale” offerto dagli antivirali. Arnon Shahar, responsabile della task force anti-Covid del Maccabi Healthcare Services in Israele, parla di una “nuova frontiera“, anche se ha davanti agli occhi i dati che indicano che nel Paese pioniere della campagna vaccinale anti Covid i contagi e anche i malati gravi sono cresciuti con picchi vicini a quelli registrati con Delta, i morti da inizio pandemia sono stati 9mila.

    Il governo israeliano intanto ha approvato un allentamento alle norme anti contagio. A partire da lunedì il green pass non sarà più richiesto per entrare nei ristoranti, a teatro, al cinema e in palestra, dovrà essere esibito solo per discoteche ed eventi affollati al chiuso, dove decade il tetto massimo di partecipanti.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/05/israele-il-capo-della-task-force-anti-covid-con-omicron-orizzonte-diverso-ancora-malati-e-morti-ma-possibile-normalita-in-un-paio-di-mesi/6476680/

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  3. In Israele oltre 37mila nuovi casi,
    record di pazienti gravi

    In Israele si sono registrati ieri 37.985 nuovi casi di Covid, con un tasso di positività del 29,8%, il più alto dall’inizio della pandemia.

    Le autorità sanitarie israeliane registrano anche un numero record di ricoverati in condizioni gravi, 1263, anche questo il più alto dall’inizio della pandemia. Il numero è cresciuto rispetto a ieri, quando erano 1229, anche questo un numero che aveva superato il precedente record di ricoverati gravi, che era stato registrato nel gennaio 2021, con 1193 casi gravi.

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