domenica 2 gennaio 2022

I dati dell'ultimo Bollettino ISS

L'ultimo Bollettino emesso dall'Istituto Superiore di Sanità raccoglie e analizza i dati dei contagi fino allo scorso 26 dicembre e incomincia a mostrare l'effetto della diffusione del nuovo ceppo virale Omicron. 

Rispetto ai Bollettini delle settimane precedenti, il nuovo documento presenta una interessante analisi della probabilità di reinfezione (ovvero di contrarre un nuovo contagio anche per chi aveva già fatto la Covid-19) che è nettamente aumentata nel corso degli ultimissimi giorni, proprio a causa dell'arrivo di Omicron. Questo andamento conferma quanto già osservato in Sudafrica ed in Gran Bretagna.

I dati relativi a contagi, ricoveri e decessi sono solo parzialmente influenzati dall'arrivo di Omicron perché coprono un arco temporale di 30 giorni. Solo nel caso dei contagi, una parte dell'intervallo di tempo considerato ha visto una significativa presenza della variante Omicron. Per i ricoveri ed i decessi, i dati fanno riferimento a contagi avvenuti entro la prima metà di dicembre, quando la presenza di Omicron in Italia era ancora trascurabile.

Va segnalato inoltre che, a partire da questa settimana, l'ISS separa i dati relativi ai completamente vaccinati (senza terza dose) in 2 gruppi: coloro che avevano completato la vaccinazione meno di 120 giorni prima del dell'eventuale contagio e quelli che si erano vaccinati prima. Rispetto alle settimane precedenti cambia l'intervallo di tempo considerato (120 giorni invece di 150) per tenere conto delle nuove regole per la somministrazione della terza dose che sono state introdotte recentemente.

Per quanto riguarda lo stato vaccinale della popolazione con almeno 12 anni di età (54 milioni) - alla data dell'11 dicembre 2021 - la situazione era la seguente:

  1. 6,9 milioni di italiani con almeno 12 anni di età non erano vaccinati. Di questi, solo 1,3 milioni riguardavano persone con almeno 60 anni di età. Il gruppo più numeroso (2,9 milioni) era costituito da persone di età compresa tra 12 e 39 anni. 
  2. Le persone che avevano completato la vaccinazione da non più di 120 giorni erano 13,6 milioni, in gran parte (8,1 milioni) persone di età compresa tra 12 e 39 anni.
  3. I vaccinati da più di 120 giorni che non avevano ancora fatto la terza dose (booster) erano ben 26,3 milioni, di cui ben 10,8 milioni di età maggiore o uguale a 60 anni.
  4. La terza dose era stata somministrata a 5,7 milioni di italiani. Il gruppo più numeroso era costituito da persone con almeno 80 anni di età (2,2 milioni). Altri 2 milioni di vaccinati con terza dose avevano tra i 60 ed i 79 anni di età.
  5. C'erano infine 1,5 milioni di italiani che avevano fatto solo una dose, in maggioranza giovanissimi

Al 28 dicembre, lo stato vaccinale della popolazione italiana era quello riassunto nella seguente tabella:

Stato vaccinale della popolazione italiana al 28 dicembre 2021. Tratto da ISS

Passiamo ora ai dati relativi a contagi, ricoveri e decessi. I dati sono sempre riferiti solo ai cittadini con almeno 12 anni di età e non sono normalizzati rispetto alle dimensioni delle diverse popolazioni che condividono lo stesso stato vaccinale. I dati che vi mostro non sono disaggregati per classe d'età (informazioni più dettagliate sono disponibili nel Bollettino ISS).

Distribuzione dei contagi classificati in base allo stato vaccinale dei contagiati. I dati si riferiscono al periodo 26 novembre - 26 dicembre 2021

Distribuzione dei ricoveri nei reparti Covid ordinari classificati in base allo stato vaccinale dei ricoverati. I dati si riferiscono al periodo 12 novembre - 12 dicembre 2021

Distribuzione dei ricoveri nei reparti Covid di terapia intensiva in base allo stato vaccinale dei ricoverati. I dati si riferiscono al periodo 12 novembre - 12 dicembre 2021

Distribuzione dei decessi Covid in base allo stato vaccinale dei deceduti. I dati si riferiscono al periodo 5 novembre - 5 dicembre 2021

Complessivamente si vede che - in tutti i grafici - le "fette" più importanti sono quelle di colore nero (non vaccinati, 6,9 milioni) e rosso (vaccinati da più di 120 giorni che non hanno ancora ricevuto la terza dose, 26,3 milioni). Da notare che in tutti i grafici c'è un contributo molto ridotto da parte di coloro che avevano ricevuto la terza dose vaccinale (fetta di colore grigio) anche se costoro rappresentavano oltre il 10% dell'intera popolazione, con una forte presenza delle persone più anziane e quindi a maggiore rischio di gravi complicanze.

I dati che vengono rilasciati settimanalmente dall'ISS soffrono di alcune limitazioni ed - in particolare - possono perdere di accuratezza quando si seguono situazioni che evolvono rapidamente in funzione del tempo (come sta succedendo, in questo momento, per la somministrazione della terza dose o per la percentuale di contagi dovuti alla variante Omicron). Malgrado questo limite, ci sono alcuni punti fermi che possiamo sottolineare:

  1. Si conferma il ruolo determinante dei non vaccinati per l'occupazione delle terapie intensive. Questo è il punto più critico per la funzionalità dei nostri sistemi sanitari. I posti di terapia intensiva non si possono facilmente aumentare, a meno di non ridurre pesantemente la cura di altre gravi patologie. Se tutti si fossero vaccinati, i problemi sarebbero decisamente minori.
  2. La terza dose vaccinale sembra svolgere un ruolo importante per la protezione dai contagi più gravi. Le persone con almeno 60 anni (10,8 milioni) che non hanno ancora fatto la terza dose corrono rischi notevoli.

3 commenti:

  1. Fondazione Gimbe: “Dobbiamo incrementare lo smart working. Scuola? Se la lasciamo aperta, bisogna chiudere qualcos’altro”

    Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus: “Con questo tasso di crescita dei casi rischiamo di intasare gli ospedali perché si può arrivare a 2 milioni di positivi”

    03 gennaio 2022

    MILANO. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

    Così si è espresso sulla situazione Covid. “La situazione dei numeri non ci incoraggia particolarmente, ma ci sono anche buone notizie – ha affermato Cartabellotta -. Abbiamo una quantità enorme di casi, mai vista, tanto che molti hanno definito la Omicron come il virus più contagioso della storia e i numeri che stiamo vedendo la dicono chiaro in questo senso. Abbiamo in media mobile circa 100mila casi al giorno. La buona notizia è che al crescere dei nuovi casi non corrisponde un parallelo incremento dei ricoveri”.

    "Ovviamente crescono anche questi numeri, ma le percentuali rispetto al totale dei positivi si riducono progressivamente. Ogni 100mila persone positive, 1100 vengono ricoverate in area medica e 120 in terapia intensiva. Sicuramente è dovuto all’aumento delle dosi booster e ci auguriamo anche alla minore virulenza della variante omicron. C’è una congestione degli ospedali meno veloce, però comunque l'impatto c’è e con questo tasso di crescita rischiamo di arrivare a 2 milioni di positivi e se anche il tasso dei ricoveri fosse l’1% avremmo 20mila persone in ospedale”.

    "Bisogna dunque provare ad abbassare la circolazione del virus. Il 6,8% di positività dei tamponi antigenici dimostra che c’è una grandissima circolazione virale. Tutte le misure messe in campo finora dal governo sono una sommatoria di pannicelli caldi che non riescono a rallentare la circolazione. Adesso vediamo cosa verrà fuori dal prossimo consiglio dei ministri. Bisogna limitare i contatti sociali, magari incrementando lo smart working. Mi preoccupa che si prenda tempo prima di assumere decisioni, perché i numeri sono già evidenti”.

    “La scuola rappresenta un bacino di contagi. E’ chiaro che non avendo lavorato sugli aspetti strutturali, possiamo modificare quanto vogliamo le modalità di screening e quarantena, ma con questa circolazione virale così alta bisogna fare delle valutazioni. Se decidiamo di tenere aperte le scuole bisognerà chiudere qualcos’altro perché non abbiamo tanti margini per far circolare il virus”.

    https://www.ladige.it/salute-e-benessere/2022/01/03/gimbe-bisogna-incrementare-lo-smart-working-scuola-se-la-lasciamo-aperta-bisogna-chiudere-qualcos-altro-1.3095939

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  2. Nel suo cinguettio Alberto Zangrillo ha scritto: “I dati sul numero di tamponi e tasso di positività al Coronavirus sono dannosi per la salute mentale, ma soprattutto falsi.

    Migliaia di persone positive si sottopongono ogni giorno a test, nella speranza di risultare negative”.

    Una chiave di lettura sin qui inedita e indubbiamente interessante per quanto concerne l’interpretazione dei dati divulgati dal Ministero della Salute negli ultimi giorni

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    1. Zangrillo è un brillante clinico, ma quando "cinquetta" ama utilizzare i "colori forti", a costo di stravolgere la verità dei dati.

      Ci può certamente essere un contributo di "positivi ripetuti", ma non è certamente la causa principale del gran numero di tamponi positivi che troviamo attualmente.

      Tra l'altro, l'effetto è ampiamente compensato dal grande numero di falsi negativi legati all'uso intensivo di tamponi antigenici.

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