L'anno 2021 è finito facendo registrare in Italia il livello di contagi più alto dall'inizio della pandemia. Guardando quello che è già accaduto in Inghilterra c'è da temere che il livello dei contagi italiani sia destinato a raggiungere nuovi massimi assoluti durante i primi giorni di gennaio 2022.
Come ricordato precedentemente, la dinamica dei contagi è stata completamente alterata dall'arrivo del nuovo ceppo virale Omicron. Per questa variante è stato recentemente stimato che l'indice di trasmissione basale del contagio Ro potrebbe essere uguale a 10, un valore decisamente superiore a quello del ceppo originale di Wuhan (Ro = 2,5-3) o della variante Delta (Ro = 6-7). La stima non è ancora definitiva, ma ci sono ormai pochi dubbi sulla maggiore capacità di diffusione del ceppo virale Omicron.
Se osserviamo i dati italiani, è possibile evidenziare anche il momento in cui il ceppo Omicron dovrebbe essere diventato più importante rispetto al precedente ceppo virale Delta:
Variazione percentuale del numero di contagi registrati giornalmente rispetto al dato dello stesso giorno della settimana precedente |
Notiamo che fino alla metà di dicembre i contagi aumentavano mediamente del 25% rispetto alla settimana precedente. Il grafico mostra alcuni punti anomali legati alla festività infrasettimanale dello scorso 8 dicembre e al mercoledì della settimana successiva, ma complessivamente l'andamento è stato abbastanza stabile: una crescita dei contagi che era comunque esponenziale, ma con un ritmo di crescita relativamente blando. Le cose cambiano intorno al 20 dicembre, quando la percentuale di aumento rispetto alla settimana precedente incomincia a crescere. C'è una anomalia dovuta ai tamponi non fatti durante i giorni di Natale e (in parte) Santo Stefano, ma la tendenza è molto netta. I dati degli ultimi giorni sono quasi triplicati rispetto ai contagi registrati una settimana prima.
Non ci sono dubbi sul fatto che questo forte incremento dei contagi sia dovuto alla diffusione di Omicron. La domanda ancora senza risposta è se Omicron stia diventando l'unico ceppo virale in circolazione, oppure se avremo ancora per un certo periodo di tempo una "convivenza" tra Omicron e Delta. I dati - pochi e ritardati - sulle mappature genetiche che arrivano dall'Istituto Superiore di Sanità (fermo allo scorso 20 dicembre) non ci aiutano a far luce sulla situazione.
L'altra domanda che tutti si pongono è: "dove arriveremo?". Attualmente siamo ad un livello di contagi pari a circa 1.000 nuovi casi settimanali per ogni 100 mila abitanti. Se guardiamo al livello dei contagi registrati nella cosiddetta Grande Londra e ipotizziamo che l'Italia sia destinata a seguire la stessa strada con circa 2 settimane di ritardo, potremmo ipotizzare un ulteriore raddoppio dei contagi giornalieri italiani prima di arrivare al massimo di questo picco pandemico:
Fin qui il dato dei contagi che preoccupa soprattutto per il grande numero di persone virologicamente positive costrette all'isolamento. Anche in Italia si incominciano a segnalare i primi casi di servizi pubblici costretti a sospendere parte dell'attività per carenza di personale. Non a caso, il Governo italiano si è affrettato a emanare nuove norme per la quarantena delle persone vaccinate con terza dose che entrano a contatto con un positivo. Tali norme sono discutibili dal punto di vista della prevenzione pandemica perché potrebbero produrre una ulteriore accelerazione della circolazione virale, ma tengono conto della necessità di non bloccare servizi essenziali, a cominciare da quello sanitario.
Passiamo all'altro aspetto che preoccupa, quello dell'impatto dei nuovi contagi sui ricoveri ospedalieri. L'ultimo dato settimanale mostra una certa accelerazione anche nei ricoveri ospedalieri:
I nuovi ricoveri in terapia intensiva hanno continuato a crescere con un ritmo analogo rispetto a quello osservato durante le settimane precedenti:
Quando parliamo di ricoveri ospedalieri, i dati di Londra ci possono aiutare a capire quali potrebbero essere i futuri scenari:
Numero di persone ricoverate nei reparti Covid degli ospedali londinesi (linea blu) e numero dei pazienti più gravi (ricoverati in terapia intensiva collegati al respiratore). Il dato dei ricoveri complessivi è fortemente cresciuto durante le ultime 2 settimane e non mostra ancora di aver raggiunto il valore di massimo assoluto. Elaborato su dati london.gov.uk |
Il quadro londinese mostra un limitato impatto sul numero dei ricoveri più gravi, ma il dato complessivo dei pazienti ricoverati è più che triplicato rispetto al periodo pre-Omicron. Se una situazione analoga dovesse ripetersi anche in Italia, la situazione degli ospedali italiani diventerebbe molto critica.
Vediamo adesso quello che sta succedendo sul fronte dei nuovi ricoveri ospedalieri nel piccolo Trentino:
Concludiamo con il dato dei decessi registrati in Italia che sono alti, ma sono rimasti abbastanza in linea con il dato della settimana precedente. Quindi - almeno per il momento - non c'è traccia di un qualche effetto collegato all'aumento dei contagi.
Regno Unito, record di ricoveri oggi con 1915.
RispondiEliminaSono 73 le vittime
2 gennaio 2022 - Nel Regno Unito nelle ultime 24 ore sono stati registrati 137.583 nuovi casi di covid e 73 decessi, in calo rispetto ai 162.572 contagi e 154 decessi del giorno precedente, per un totale di 13,2 milioni di casi e quasi 149mila vittime.
Nelle ultime 24 ore sono anche state ricoverate in ospedale 1.915 persone, la cifra più alta dal febbraio scorso.
I dati della Gran Bretagna - specialmente quelli su ricoveri e decessi - durante il periodo natalizio hanno subito seri ritardi e vengono comunicati "a spizzichi".
EliminaI dati più affidabili sono quelli della Città di Londra che si trovano in:
https://data.london.gov.uk/dataset/coronavirus--covid-19--cases
"Mi auguro un picco di contagi entro il mese di gennaio - spiega poi Massimo Galli ad Agorà, su Rai Tre. - Da come sale, la curva non lascia fare previsioni certe. Sicuramente per un giorno o due avremo meno tamponi e, in percentuale, più contagiati, perché in questi giorni di festa li fa solo chi ha sintomi o contatti diretti con positivi, ma cambia poco, perché tampone o non tampone, la diffusione è un dato di fatto.
RispondiEliminaRealisticamente mi aspetto ancora una crescita per diversi giorni e questo credo imponga prudenza" prevede Galli, ordinario fuori ruolo di malattie infettive presso l'Università Statale di Milano. "E' possibile - ha poi detto Galli a Sky Tg24 - che si arrivi ai 200mila contagi al giorno anche in Italia"