venerdì 31 dicembre 2021

Il problema dei no-vax lo risolverà Omicron?

Un mese fa - prima della comparsa ufficiale della variante Omicron - il Ministro della salute tedesco, Jens Spahn, aveva sorpreso tutti con la sua lugubre profezia: "Wahrscheinlich wird am Ende dieses Winters so ziemlich jeder in Deutschland geimpft, genesen oder gestorben sein" (entro la fine di questo inverno, è probabile che in Germania tutti saranno vaccinati, guariti o morti).

Con l'arrivo di Omicron, cresce il rischio di contagio soprattutto per i non vaccinati. Costoro, oltre a non avere alcuna protezione contro il virus, non potranno più contare sulla copertura indotta dai vaccinati che - con le precedenti varianti virali - riuscivano a garantire un sia pur parziale "effetto gregge". Con Omicron questa protezione indiretta è definitivamente saltata.

Tasso di contagio rispetto a qualsiasi tipo di contagio misurato in Italia per i non vaccinati (linea rossa) e per coloro che avevano ricevuto la vaccinazione (linea verde). I dati sono mediati su base mensile e sono aggiornati allo scorso 12 dicembre, prima dell'esplosione dei contagi associati alla variante Omicron. La differenza tra vaccinati e non vaccinati sarebbe molto più grande se si considerassero solo i contagi gravi

I dati mostrati in figura ci fanno vedere che un non vaccinato ha - a parità di tutte le altre condizioni - una probabilità di contagio più elevata rispetto ai vaccinati. Attualmente, i dati ufficiali ci dicono che - ogni settimana - circa l'1% della popolazione italiana si contagia. Tenuto conto che il numero di contagi rilevato ufficialmente è inferiore rispetto al numero dei contagi veri (secondo alcune stime le statistiche perdono circa la metà dei contagi reali), se l'alto livello di contagi dovesse andare avanti per 5 settimane, il 10% degli italiani verrebbe contagiato. Ma se facessimo il calcolo solo per i non vaccinati, la percentuale di contagi crescerebbe ulteriormente: almeno 1/4 dei non vaccinati potrebbe essere contagiato durante il prossimo mese di gennaio. I circa 4 milioni di non vaccinati che hanno più di 40 anni rischierebbero seriamente di finire in ospedale.

Questi sono numeri medi, sia pure molto approssimati. Poi - a livello singolo - molto dipenderà dal comportamento individuale. Se un non vaccinato si rinchiuderà nel suo maso di montagna e bloccherà i contatti con il resto del mondo, potrà ragionevolmente superare la fase apicale del picco pandemico senza contrarre il contagio. Ma il contagio è quasi sicuro per coloro che si ritroveranno negli assembramenti no-vax urlando - senza mascherina - contro la "dittatura sanitaria". Questo vale anche per coloro che hanno già fatto la Covid-19, proprio a causa della resistenza di Omicron rispetto agli anticorpi generati dalle precedenti varianti virali.

Quindi - almeno nel breve periodo - Omicron risolverà il problema dei no-vax, soprattutto di quelli più scalmanati che saranno decimati se continueranno a partecipare ai loro chiassosi raduni.

Anche loro riceveranno il green-pass, come "guariti" naturalmente.

1 commento:

  1. Una ricerca del Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio tenta di fotografare il 'no-vax medio', i risultati? La percentuale di non vaccinati è più alta negli stranieri, nei meno istruiti e “nei residenti in sezioni di censimento più deprivate”.

    Ad anticipare le conclusioni dello studio (pronto per la pubblicazione) è "la Repubblica". Il campione considerato all'interno del report sono gli abitanti del Lazio che hanno compiuto i 35 anni (3,5 milioni di persone) per non includere chi ancora non ha concluso gli studi.

    Come riporta il quotidiano romano, la copertura vaccinale osservata è relativa al 22 dicembre, quando la popolazione senza nemmeno uno dose nel Lazio era poco più del 10%.

    Tra le persone con un basso titolo di studio (al massimo la licenza media) secondo lo studio il rischio di non essere vaccinati rispetto a chi invece ha conseguito una laurea è maggiore del 40%, una percentuale che si traduce in un dato eloquente: per ogni non vaccinato con laurea ce ne sono quasi 3 con il diploma di scuola media inferiore.

    La stessa situazione si verifica anche con riferimento al contesto socio-economico e abitativo: chi ha una posizione più svantaggiata infatti (“i residenti in sezioni di censimento più deprivate” è scritto nello studio, tendenzialmente quindi chi è disoccupato, vive in condizioni di solitudine in contesti ad alta densità abitativa e senza casa di proprietà) avrebbe un rischio di non essere vaccinato maggiore del 30% rispetto a chi vive una condizione più avvantaggiata.

    Se si prende in considerazione la popolazione straniera poi, e in particolare quella che arriva da Paesi “ad alta pressione migratoria”, il rischio di non essere vaccinati sarebbe addirittura 3 volte maggiore rispetto ad un italiano.

    https://www.ildolomiti.it/cronaca/2022/lidentikit-del-no-vax-problemi-economici-lavorativi-e-abitativi-e-licenza-di-scuola-media

    RispondiElimina