lunedì 20 dicembre 2021

I vaccini servono? Ricordiamoci di cosa succedeva in Trentino 1 anno fa

Di fronte alla crescita dei contagi e all'allarme per l'arrivo della nuova variante Omicron, sento qualche  no-vax sostenere che "se ci troviamo nuovamente in una situazione critica, vuol dire che i vaccini non sono serviti a nulla!".

I vaccini non sono certamente la "soluzione definitiva" per la pandemia, soprattutto se non sono accompagnati da adeguate misure di contenimento - non sanitario - della circolazione virale.  Ma arrivare a sostenere che "non servano a nulla" è una solenne bestialità. Se avrete la pazienza di leggere questo breve post, ve lo dimostrerò usando, come esempio, proprio il Trentino.

Consideriamo quello che accadde in Trentino nei mesi di novembre e dicembre del 2020, confrontando i dati con quelli del 2021 (almeno fino ad oggi 20 dicembre). Lasciamo perdere il dato dei contagi, che - nel 2020 - erano largamente sottostimati a causa della interpretazione "autonoma" dei criteri di rivelazione adottata, un anno fa, dalla Provincia Autonoma di Trento. È certamente più significativo guardare al dato dei ricoveri e dei decessi.

Ricoveri nei reparti Covid del Trentino (escluse terapie intensive) nei mesi di novembre - dicembre del 2020 (linea blu) e del 2021 (linea rossa)

Ricoveri nei reparti Covid del Trentino (solo terapie intensive) nei mesi di novembre - dicembre del 2020 (linea blu) e del 2021 (linea rossa)

Decessi Covid in Trentino nei mesi di novembre - dicembre del 2020 (linea blu) e del 2021 (linea rossa)

Notiamo che tutti i dati del 2021 sono decisamente migliori rispetto al 2020. La differenza è particolarmente evidente nel caso dei decessi.  

Sarebbe interessante analizzare i dati del 2021 separando il contributo a ricoveri e decessi dei non vaccinati, rispetto al resto della popolazione. In tal modo si potrebbe stimare quale sarebbe oggi la situazione degli ospedali se non ci fosse il contributo residuo dei no-vax

Purtroppo la Provincia non fornisce informazioni dettagliate sullo stato vaccinale dei ricoverati e dei deceduti. I comunicati giornalieri contengono alcune informazioni sporadiche, ma nessuno si preoccupa di raccogliere questi dati in modo sistematico, mettendoli a disposizione del pubblico.

Se osserviamo la media nazionale, si vede che circa la metà dei ricoveri è legata a pazienti non vaccinati (che mediamente sono più giovani rispetto ai cittadini vaccinati), quota che cresce quando si considerano i reparti di terapia intensiva. Rimane comunque una certa quota di ricoveri e di decessi che hanno riguardato persone vaccinate (soprattutto con due dosi somministrate più di 5 mesi prima del contagio). Sulla base dei dati nazionali, possiamo grossolanamente ipotizzare che, se tutti avessero fatto il vaccino, i numeri dei pazienti ricoverati e dei deceduti sarebbero più o meno la metà rispetto a quelli attuali. Una ulteriore significativa riduzione si potrebbe ottenere somministrando il richiamo vaccinale subito dopo la scadenza dei 5 mesi rispetto alla data di somministrazione della seconda dose.

Comunque - anche senza tener conto del residuo contributo dei no-vax - si vede che oggi ci troviamo in una situazione decisamente migliore rispetto all'anno scorso, pur in presenza di varianti (Delta e nelle prossime settimane probabilmente Omicron) molto più contagiose rispetto a quella che circolava alla fine del 2020.

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