sabato 25 dicembre 2021

Un suggerimento per APSS Trento: comunicate i dati sullo stato vaccinale dei ricoverati come fa l'Alto Adige

L'Alto Adige ha iniziato a pubblicare un bollettino (che sarà aggiornato su base settimanale) che fornisce  informazioni sullo stato vaccinale dei ricoverati negli ospedali altoatesini. Il formato grafico, conciso e compatto, favorisce la lettura immediata dei dati, rendendoli comprensibili a tutti, anche a quelli che non hanno tempo o voglia di leggere il consueto comunicato stampa:

Distribuzione dei ricoverati in terapia intensiva dei reparti Covid dell'Alto Adige, in funzione dello stato vaccinale. Tratto da bollettino Azienda Sanitaria Alto Adige

Non sarebbe male se anche a Trento, aldilà delle comunicazioni che vengo fatte saltuariamente, si decidesse di informare sistematicamente i cittadini sull'impatto che le vaccinazioni producono a livello ospedaliero





3 commenti:

  1. Buongiorno prof. Bassi ed auguri di buon Natale.
    Volevo una sua opinione in merito al fatto che non mi pare venga comunicato in modo efficace il dato relativo a:
    1) PROBABILITA' DI CONTAGIARSI
    2) PROBABILITA' DI FINIRE IN TERAPIA INTENSIVA.
    Soprattutto potrebbe essere interessante avere una previsione della variazione % delle probabilità sopracitate a 7 gg.
    Il concetto di INCIDENZA che mi pare sia riconducibile in qualche modo alla probabilità del tipo 1 non mi pare che sotto il profilo della comunicazione del rischio alla popolazione sia pienamente efficace. Mi sbaglio?
    Quello che sta succedendo ad oggi con gli effetti della variante OMICRON definita dai media meno pericolosa mi pare possa essere superato dicendo che le probabilità sopracitate ( molto meglio se suffragate da numeri) stanno comunque crescendo in modo marcato.
    Posso avere una sua riflessione in merito?

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  2. Vorrei aggiungere due cose al commento precedente.
    Innanzitutto ho dimenticato di citare anche la PROBABILITA' DI ESSERE RICOVERATI IN OSPEDALE.
    Altra considerazione che vorrei fare è relativa alla differenza di comunicazione esistente ad esempio sul dato dei contagi.
    Una cosa è citare i contagiati nella settimana o nelle due settimane per 100.000 abitanti come attualmente viene fatto dalle Istituzioni. Il dato è comunque contenuto e sotto il profilo della comunicazione sembra riguardare gli "altri".
    La PROBABILITA' DI ESSERE CONTAGIATI invece potrebbe essere calcolata su un periodo di un anno a partire ad esempio da una rilevazione settimanale moltiplicata per 52 settimana con una ipotesi di incidenza costante. Questo consentirebbe di avere un dato di probabilità non più trascurabile che riguarda direttamente la persona che sta leggendo il dato e non gli altri. Secondo me questo approccio potrebbe essere più efficace sotto il profilo di una comunicazione che abbia come obiettivo il far percepire alla popolazione un corretto livello di rischio.
    Spero di essermi spiegato.

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    1. Non sono un esperto di comunicazione, ma credo anch'io che varrebbe la pena di pensare meglio al modo con cui si comunicano i dati al grande pubblico.

      Il mio blog è incentrato su numeri, grafici e tabelle, ma mi rendo conto che la comprensione di questi dati richiede un certo livello di competenza "tecnica" che non tutti possiedono. Il mio è un blog per una minoranza di "curiosi dei numeri", ma se si vuole raggiungere il maggior numero di persone, bisogna utilizzare "linguaggi" che - pur senza rinunciare al rigore matematico - siano abbastanza "semplici".

      Secondo me è sbagliato terrorizzare le persone, ma va anche contrastata la ingiustificata sensazione di sicurezza di chi ritiene che "tanto il problema riguarda solo gli altri".

      Recentemente il Ministro della Salute tedesco ha generato un certo scalpore ipotizzando che "entro primavera saremo tutti vaccinati, guariti o morti".

      Meno brutalmente, credo che sarebbe utile se il Ministero della salute o le singole Aziende sanitarie mettessero a disposizione dei cittadini una sorta di "calcolatore del rischio personale".

      Ciascuno di noi - inserendo dati in forma anonima su età, stato vaccinale e presenza di eventuali altre patologie - potrebbe facilmente calcolare la probabilità di contrarre il contagio entro un certo periodo di tempo. Oltre alla probabilità di contrarre il contagio, potrebbe calcolare anche quella di finire in ospedale. Si tratterebbe di una stima che ha un certo margine di aleatorietà, ma - almeno come ordine di grandezza - si potrebbe fornire una informazione abbastanza attendibile.

      Se un non vaccinato sapesse quale è la probabilità che ha di finire in ospedale da qui a primavera forse sarebbe indotto ad un atteggiamento più prudente.

      Un discorso analogo andrebbe fatto per quei vaccinati che si illudono che il vaccino offra loro una protezione assoluta.

      Perché - lo ripeto - è fondamentale rendere le persone edotte dei rischi che corrono perché l'imprudenza e la sottovalutazione dei rischi sono ottime alleate del virus.

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