lunedì 13 dicembre 2021

Omicron: è solo una questione di tempo ...

Oggi la Gran Bretagna ha annunciato il primo caso di decesso di un paziente Covid-19 contagiato dalla variante Omicron. Si tratta di un caso isolato, almeno per il momento. D'altra parte, poiché la nuova variante è stata identificata non più di 2 settimane fa, è ragionevole attenderci che la segnalazione dei casi gravi sia ancora molto incompleta e sia destinata a crescere durante le prossime settimane.

Il premier BoJo ha parlato di una "Omicron tidal wave" (una ondata di marea dovuta alla variante Omicron), ma - almeno fino ad oggi - non abbiamo informazioni sufficienti per fare previsioni che abbiano un minimo di fondatezza.

Cerchiamo di fare il punto sullo stato delle conoscenze fin qui disponibili:

  • Numerosi studi scientifici - per la maggior parte ancora in fase di pubblicazione - sono concordi nell'affermare che gli anticorpi presenti nel siero delle persone che sono state vaccinate più di 6 mesi fa (o che sono guarite da un precedente contagio) siano largamente insufficienti per neutralizzare i virus appartenenti al ceppo Omicron. Facendo la terza dose di richiamo (booster) si verifica una forte crescita degli anticorpi ed il potere neutralizzante del siero dei vaccinati torna ad avere un discreto potere neutralizzante anche per la variante Omicron (comunque inferiore rispetto a quello che si ha per la variante Delta). Da questo possiamo dedurre che l'efficacia vaccinale sia sufficientemente alta per chi ha fatto il richiamo.
  • Come ho già scritto molte volte, il potere neutralizzante del plasma dei vaccinati (o di coloro che sono guariti da una precedente infezione) non è proporzionale al grado di protezione nei confronti del contagio. La risposta del sistema immunitario al virus è molto complessa e non si esercita solo attraverso gli anticorpi. I dati assolutamente preliminari rilasciati dalle Autorità sanitarie inglesi sembrano andare esattamente in questa direzione. L'efficacia dei vaccini è, in generale, migliore per Delta piuttosto che per Omicron, ma i vaccini - soprattutto dopo la terza dose - offrono un buon livello di protezione contro ambedue le varianti.  
  • I dati sui contagi attribuiti alla variante Omicron rilevati in Inghilterra mostrano una crescita impetuosa (raddoppio ogni 3 giorni circa) che sembra indicare una contagiosità molto maggiore rispetto a tutte le altre precedenti varianti. Va ricordato che il numero di casi identificati come Omicron dipende criticamente dai criteri adottati per la mappatura genetica del virus (in Italia, ad esempio, si analizzano pochi campioni ed i casi di contagio Omicron segnalati sono pochi. Probabilmente ce ne sono molti di più, ma semplicemente non li vediamo). I dati inglesi sulla presenza della variante Omicron risalenti ad una o due settimane fa potrebbero essere sottostimati rispetto ai dati più recenti e questo potrebbe avere prodotto una sovrastima della contagiosità. Secondo le ultime notizie di stampa, oggi la variante Omicron coprirebbe il 40% dei contagi registrati a Londra. Se la contagiosità della variante Omicron fosse quella ipotizzata da alcuni (5 volte la variante Delta) dovremmo assistere, nella città di Londra, ad una vera e propria esplosione dei contagi. C'è stata certamente una crescita (discussa in dettaglio nel post successivo), ma non mi pare che - almeno per il momento - i dati relativi ai contagi registrati recentemente a Londra confermino un andamento "esplosivo". A mio parere, è abbastanza probabile che Omicron sia più contagiosa rispetto alle precedenti varianti, ma prima di poter dire quale sia la sua effettiva contagiosità abbiamo bisogno di raccogliere ulteriori dati
     
  • La notizia citata all'inizio dei questo post e analoghe notizie relative al ricovero negli ospedali inglesi di numerosi pazienti contagiati con la variante Omicron dimostrano che l'affermazione secondo cui "Omicron produce solo sintomi lievi, simili ad un normale raffreddore" è solo una fake news. Più che un dato scientifico è quello che gli inglesi definirebbero un "wishful thinking" (un pensiero illusorio). Tutti vorremmo che fosse effettivamente così, ma purtroppo non è vero. Dare credito a queste voci produce solo danni perché induce alcuni ad abbassare la guardia, convinti che il virus abbia perso la sua pericolosità (è dall'estate 2020 che, ogni tanto, spunta qualcuno che dichiara il virus "clinicamente morto", ma purtroppo è ancora tra di noi, vivo e vegeto). 
  • La vera preoccupazione è che l'arrivo della variante Omicron, che si sovrappone ad una situazione resa già critica dal picco pandemico autunnale dovuto alla variante Delta, destabilizzi i sistemi ospedalieri di molti Paesi, Italia inclusa. Tutto si giocherà sulla base di un delicato equilibrio tra contagiosità ed aggressività della variante Omicron. I nuovi ricoveri ospedalieri saranno - almeno in prima approssimazione - proporzionali al numero di contagi ed alla gravità media dei contagi indotti dalla variante Omicron.  Se i contagi raddoppiassero, anche se il nuovo ceppo virale fosse un po' meno aggressivo rispetto alla variante Delta, il numero dei ricoveri crescerà comunque. Se invece, fosse molto meno aggressivo, potremmo permetterci di avere un  maggior numero di contagi, senza mettere a repentaglio la funzionalità degli ospedali.
    Per cercare di tenere la situazione sotto controllo è essenziale spingere al massimo la campagna vaccinale, senza dimenticare tutte le altre misure di natura non sanitaria per il contenimento della circolazione virale (a cominciare dalle mascherine e dal lavaggio delle mani). Ricordando che se non si controllano i green-pass è come non averli. Non possiamo nasconderci dietro alla foglia di fico dei "controlli a campione", spesso solo annunciati, ma praticati in modo assolutamente sporadico.

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