I dati di questa settimana sono allineati rispetto a quelli delle settimane precedenti. Mi riferisco, in particolare, all'aumento percentuale dei contagi e dei ricoveri. A voler essere molto ottimisti, si potrebbe osservare che c'è stata una lieve diminuzione delle percentuali di aumento: troppo presto per poter affermare che la fase di crescita esponenziale del picco pandemico incominci a mostrare una certa tendenza a piegare, ma è comunque un segnale positivo perché - almeno per il momento - non c'è traccia di un'ulteriore accelerazione dei contagi.
Partiamo dalla variazione percentuale dei contagi, misurata rispetto ai dati della settimana precedente. La linea blu mostra una lieve tendenza verso il calo (nel linguaggio di Rt si potrebbe dire che l'indice di trasferimento del contagio è ancora maggiore di 1, ma si sta lentamente avvicinando al valore unitario, ovvero ad una variazione percentuale mediamente nulla):
Variazione dei contagi rispetto alla settimana precedente (punti rossi).
La linea blu mostra la media stimata su base settimanale. |
Se osserviamo la curva dei contagi (mostrata qui sotto su scala semi-logaritmica) è ancora troppo presto per cogliere un
calo di pendenza. Il possibile arrivo della variante Omicron potrebbe produrre una ulteriore accelerazione dei contagi. In tal caso, assisteremmo ad un incremento della pendenza con il dato dei contagi che andrebbe oltre ai livelli rappresentati (nella figura seguente) dalla linea tratteggiata di colore rosso. Per il momento possiamo escludere che ci sia evidenza di un tale fenomeno.
Anche il numero dei ricoveri è cresciuto rispetto alla settimana precedente, ma - se vogliamo essere ottimisti - possiamo osservare che la variazione percentuale è stata leggermente inferiore rispetto a quella registrata durante la settimana precedente. Potrebbe essere solo una banale fluttuazione statistica. Solo i dati delle prossime settimane ci potranno eventualmente confermare che i ricoveri stanno tendendo verso un valore di massimo relativo:
Se andiamo a vedere le nuove entrate nei reparti di terapia intensiva, notiamo
un ulteriore aumento che ha portato il livello dei ricoveri a sfiorare quota
0,7 nuovi ricoveri settimanali per ogni 100 mila abitanti. Il dato è inferiore rispetto a quello della settimana precedente, ma - poiché abbiamo a che fare con numeri assoluti che, fortunatamente, sono ancor abbastanza piccoli - il ruolo delle fluttuazioni statistiche potrebbe essere stato importante.
Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva degli
ospedali italiani, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila
abitanti |
A livello locale, notiamo che i dati del Trentino non sono molto distanti rispetto alla media nazionale. Nel corso dell'ultima settimana ci sono stati circa 8 nuovi ricoveri per ogni 100 mila abitanti nei reparti Covid del Trentino (somma di tutti i reparti). L'andamento del numero di pazienti ricoverati è mostrato in figura:
Posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali trentini. Si nota
un forte aumento che si è concentrato nel corso delle ultime 3
settimane. |
Infine, per quanto riguarda i decessi, notiamo - anche nel corso dell'ultima
settimana - un aumento significativo. Questo è il dato che potrebbe essere maggiorante influenzato, nel corso delle prossime settimane, dalla progressione nella somministrazione delle terze dosi vaccinali. Rimane lo "zoccolo duro" degli anziani no-vax che - pur essendo una esigua minoranza rispetto ai loro coetanei vaccinati - continuano a pagare un pesante tributo in termini di ricoveri in terapia intensiva e di decessi. Evidentemente aveva ragione il Ministro della salute tedesco.
Uno sguardo infine alla mappa del contagio elaborata da ECDC. Non ci sono molti commenti da fare salvo quello che le poche residue regioni gialle presenti in Europa si trovano, a parte la spagnola Estremadura, solo in Italia:
Mappa ECDC
sullo stato della pandemia in Europa |
In Italia, solo il Friuli V. G. e la Provincia autonoma di Bolzano sono
classificati da ECDC come zone "rosso scuro" (il massimo livello di allerta).
Questi territori sono classificati, secondo lo standard italiano, "zona
gialla" (per l'Alto Adige a partire da lunedì prossimo).
Nessun commento:
Posta un commento