martedì 21 dicembre 2021

Darwin e la pietà

Lo spunto per questo post deriva da un articolo di Francesco Merlo, apparso ieri su Repubblica. Il titolo è "Nel Paese della pietà non c'è spazio per i caduti no-vax" e nell'articolo viene descritto l'atteggiamento di malcelato compiacimento con il quale alcuni mezzi di informazione riportano le notizie relative a no-vax che hanno perso la vita a causa della Covid-19. 

Sappiamo che molti no-vax che occupano i reparti Covid di terapia intensiva o i loculi degli obitori avrebbero potuto facilmente evitare le gravi conseguenze della malattia con una semplice iniezione. Senza dimenticare i problemi etici legati al fatto che - per curare loro - gli ospedali sono stati costretti ad abbassare il livello di priorità per la cura di numerose altre gravi patologie.

Secondo me, è giusto indignarsi con i no-vax che, a causa dei loro atteggiamenti, mettono a repentaglio la funzionalità degli ospedali, ma da qui a rallegrarsi quando qualcuno di loro muore c'è un abisso.

L'articolo di Francesco Merlo mette a nudo una realtà dura e ci fa capire quanto fosse "ottimistica" la visione di chi - 2 anni fa - immaginava che "andrà tutto bene e la pandemia ci renderà tutti migliori". Oggi sembra sparita anche la pietà per i defunti, indipendentemente dalle idee che hanno professato in vita.

In realtà, di pietà per coloro che hanno perso la vita a causa della Covid-19 non ce n'è mai stata molta, a cominciare da quando - all'inizio della pandemia - c'era chi sosteneva che "tanto muoiono solo i vecchi". 

La pandemia ha scatenato - più o meno inconsapevolmente - una sorta di atteggiamento neo-darwiniano che tende a giustificare qualsiasi cosa in base al principio della "selezione naturale". Alcuni no-vax considerano la pandemia come un'occasione per eliminare le persone più deboli e fragili, dando per scontato - ovviamente - che il "processo di selezione" riguarderà sempre e solo gli altri.  A questo atteggiamento fa da contraltare quello di coloro che - di fronte alla morte di un no-vax - ritengono che, tutto sommato, il virus svolga un utile servizio per liberare la razza umana da alcuni individui particolarmente stupidi.

Temo che, se il criterio principale per morire di Covid fosse quello della stupidità, la specie umana rischierebbe davvero l'estinzione.

Rimane un po' di amaro in bocca quando - di fronte alla morte - la voglia di fare polemica ha il sopravvento rispetto al sentimento di umana pietà.


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