martedì 28 dicembre 2021

Segnalazione da Nature: quali sono gli anticorpi monoclonali che neutralizzano Omicron?

Segnalazione di conflitto di interessi: alcuni degli Autori dell'articolo citato in questo post fanno parte di USI (Università della Svizzera Italiana)

Vi segnalo quello che - a mio parere - è il migliore articolo apparso fino ad oggi sul potere neutralizzante di una vasta gamma di anticorpi rispetto al nuovo ceppo virale Omicron (come si vede dalla dichiarazione posta all'inizio di questo post, il mio giudizio potrebbe essere influenzato da valutazioni di parte). 

L'articolo è il frutto di una importante collaborazione che ha mobilitato alcuni dei migliori gruppi di ricerca a livello internazionale e che comprende un significativo contributo da parte di ricercatori milanesi e della Svizzera italiana. 

L'articolo è stato accettato per la pubblicazione da Nature lo scorso 23 dicembre ed è stato immediatamente diffuso attraverso la procedura di pubblicazione accelerata. Oltre ad analizzare il potere neutralizzante di una vasta gamma di anticorpi rispetto ad Omicron, il lavoro ha studiato il comportamento degli stessi anticorpi rispetto a numerose varianti apparse in precedenza ed ha anche considerato il potere neutralizzante del siero estratto da persone vaccinate con una combinazione di 2 o 3 dosi di diversi vaccini.

Lo studio ha confermato l'elevata capacità neutralizzante dell'anticorpo monoclonale sotrovimab ed ha permesso di individuare altri anticorpi con un elevato potere neutralizzante non solo per la variante Omicron, ma anche rispetto ai precedenti ceppi virali di SARS-CoV-2 e ad altri sarbecovirus (sottogenere di virus appartenente al genere Betacoronavirus).

Questo lavoro, oltre a porre le basi per lo sviluppo di farmaci basati su anticorpi monoclonali che, analogamente a quanto succede per il sotrovimab, potranno funzionare ugualmente bene per diverse varianti del SARS-CoV-2 (e per virus simili), può essere utile per lo sviluppo dei vaccini "universali" che, oltre a contrastare l'attuale pandemia, sarebbero estremamente utili anche nel caso di possibili future epidemie legate allo spill-over (transizione da animali all'uomo) di virus simili al SARS-CoV-2.

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