La prima è stata l'Austria che ha introdotto l'obbligo della vaccinazione anti-Covid su tutto il territorio nazionale, a partire dal prossimo 1 febbraio. Dopo aver a lungo tollerato diffusi comportamenti no-vax, il Governo austriaco si è trovato davanti ad una situazione sanitaria molto critica ed ha reagito con decisioni "forti". Sia pure in modo sperimentale, l'Austria ha già iniziato la vaccinazione dei bambini di età compresa tra 5 ed 11 anni e sta cercando di riportare alla ragione quella ampia parte dell'opinione pubblica ancora contraria ai vaccini. Anche la Grecia ha imposto l'obbligo vaccinale, ma solo sopra i 60 anni di età.
Durante gli ultimi giorni, sia in Germania che in Israele ci sono state prese di posizione a favore dell’introduzione dell'obbligo vaccinale. Anche la Presidente della Commissione europea, Ursula von der
Leyen ha affrontato il tema aprendo, di fatto, il dibattito sull’obbligatorietà vaccinale a livello europeo.
Si tratta - per il momento - di posizioni espresse a titolo personale, sia pure da personaggi molto autorevoli. La Germania, così come gran parte dei Paesi di lingua tedesca, si trova a fare i conti con una agguerrita presenza di no-vax che stanno fortemente rallentando il progresso della campagna vaccinale.
Il caso di Israele è ancora più complicato perché gli oppositori al vaccino (circa 700 mila persone) si trovano principalmente in due frange "estreme" della popolazione: le comunità ebraiche ultra-ortodosse ed i cittadini israeliani di origine araba. Le ragioni dell'opposizione al vaccino sono molto diverse tra loro. Nel caso degli ebrei ultra-ortodossi abbiamo a che fare con pregiudizi di carattere religioso, mentre i cittadini israeliani di origine araba temono che il vaccino sia un subdolo strumento ideato da Israele per annientarli. E arriviamo così al paradosso di Israele, primo Paese al Mondo ad attivare una efficace campagna vaccinale, che si ritrova oggi con un tasso di popolazione vaccinata decisamente inferiore rispetto a numerosi altri Paesi.
Introdurre l'obbligo vaccinale non sarà una passeggiata per nessuno perché - se di vero obbligo si tratta - i Governi devono essere pronti ad applicare sanzioni severe per chi non lo rispetta.
Cavarsela con una multa - anche salata - non sarebbe la soluzione più equa perché discriminerebbe i no-vax poveri rispetto a quelli benestanti. L'approccio greco, che prevedere di spalmare la multa in rate mensili da 100 Euro, non sembra rispondere pienamente a questa obiezione. Forse sarebbe più equo prevedere una multa minima per tutti, pagabile a rate come in Grecia, a cui sommare un importo extra, calcolato in base al patrimonio (così staniamo anche un po' di evasori fiscali). Tutti soldi che potrebbero andare a finanziare la Sanità pubblica, senza contare che - in Italia - la minaccia di far pagare le tasse agli evasori è forse la forma più efficace di pressione per convincere molti ni-vax a farsi vaccinare.
Intanto l'ondata associata alla variante Delta cresce e siamo in attesa di capire cosa succederà con la prossima variante Omicron. Se ci fate caso - più o meno ogni 6 mesi - l'Europa è interessata dalla diffusione di un nuovo ceppo virale. A parte la variante Alpha, nata nelle campagne del Kent più o meno un anno fa, le altre varianti sono nate in Paesi a basso tasso di vaccinazione e da lì si sono propagate (nel caso della Omicron dobbiamo ancora aspettare almeno un paio di settimane prima di esserne certi).
Quindi, ben venga l'obbligo vaccinale nei Paesi europei, ma se non forniremo abbastanza vaccini alle parti più povere del Mondo, rischiamo di alimentare una sorta di tragica giostra virale, con nuovi ceppi che nasceranno qua e là, ma poi si propagheranno ovunque.
La pandemia è un fenomeno globale e può essere messa sotto controllo solo agendo da un punto di vista globale. Sbaglia chi si illude di potersi salvare da solo.
Nessun commento:
Posta un commento