Con i 20 nuovi ricoveri avvenuti oggi, il Trentino supera la soglia per entrare in zona gialla e (almeno per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva) punta pericolosamente verso quella arancione. Tra sabato scorso ed oggi (6 giorni) il Trentino ha già registrato 12 nuovi ricoveri ospedalieri per ogni 100 mila abitanti, un valore abbondantemente superiore alla soglia massima di allarme adottata recentemente in Germania.
Forse la burocrazia ministeriale romana ci metterà ancora una settimana per accorgersene, ma ormai l'allarme è scattato. Guardando al dato dei ricoveri complessivi, avevo identificato una tendenza alla crescita esponenziale (linea rossa nella figura seguente) che purtroppo è stata confermata dai dati reali:
Il peggioramento della situazione sanitaria del Trentino è stato molto rapido, andando ben oltre la crescita dei ricoveri che è stata registrata a livello nazionale. Mancano dati per capire quali possano essere state le cause scatenanti di questo rapido peggioramento. Qui si seguito provo ad elencare alcuni parametri che potrebbero aiutarci a capire meglio se ci siano delle specifiche ragioni e, soprattutto, quali siano le azioni specifiche che si potrebbero mettere in atto per cercare di mitigare i problemi. In particolare:
- Sarebbe fondamentale conoscere lo stato vaccinale delle persone ricoverate. L'aumento dei ricoveri è stato troppo ampio e repentino per attribuirlo solo a soggetti non vaccinati. C'è senz'altro un contributo ai ricoveri dovuto a persone completamente vaccinate che, forse, non avevano ancora fatto la terza dose. Nelle settimane precedenti - in questo blog - ho segnalato più volte i ritardi della campagna vaccinale di richiamo. Speriamo almeno che i vaccini fatti durante la cosiddetta "maratona" abbiano contribuito a ridurre i problemi (ma se ci sarà un effetto positivo lo vedremo non prima di 1-2 settimane).
- Sarebbe necessario sapere se i ricoveri sono distribuiti in modo omogeneo su tutto il territorio provinciale, oppure se ci sono parti del Trentino dove la probabilità di ricovero ospedaliero è più elevata. Ci potrebbe essere un legame con la situazione del vicino Alto Adige che andrebbe eventualmente indagato per attuare eventuali misure protettive.
- Bisognerebbe sapere se i casi di contagio che hanno comportato un ricovero ospedaliero siano stati valutati dal punto di vista della genetica virale in modo da capire se non ci sia un qualche effetto riconducibile ai ceppi virali che hanno determinato i contagi.
- C'è infine un altro elemento che - almeno per me - non è chiaro. Mi riferisco, in particolare, al dato degli eventuali ricoveri degli ospiti delle RSA. Mi pare che la politica fin qui seguita sia stata quella di ridurre al minimo indispensabile i ricoveri negli ospedali, preferendo ricorrere a strutture dedicate dove gli anziani contagiati possono comunque ricevere tutte le cure necessarie. Guardando ai dati ufficiali della PAT, attualmente risultano positivi 15 ospiti di RSA trentine, un numero tutto sommato ridotto rispetto agli oltre 2000 positivi che ci sono nel resto della popolazione trentina. Oggi la situazione delle RSA sembra essere decisamente migliore rispetto a quanto avveniva alla fine dello scorso mese di ottobre quando, anche a causa dei ritardi nella somministrazione delle terze dosi, si verificò un picco di contagi. Escluderei quindi che il forte incremento di ricoveri ospedalieri sia dovuto anche al ricovero di ospiti delle RSA. Ovviamente è solo una mia congettura, che andrebbe verificata.
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