I dati dell'ultima settimana sono stati falsati dalla presenza della festività infrasettimanale dello scorso 8 dicembre che ha determinato un artificiale calo dei contagi, parzialmente compensato dall'aumento registrato il giorno successivo (i dati sono quelli comunicati, rispettivamente, il 9 ed il 10 dicembre).
Guardando al dato dei contagi con un certo ottimismo, potremmo dedurre che la salita dei contagi ha smesso di seguire l’andamento di crescita esponenziale e che quindi ci stiamo avvicinando al massimo di questo picco pandemico. Ammesso e non concesso che i contagi legati alla variante Omicron non diventino presto dominanti, cambiando radicalmente la dinamica della pandemia.
La tendenza ad un aumento meno marcato si vede ancora meglio guardando alla variazione percentuale dei contagi rispetto alla settimana precedente:
Al momento non si vede alcuna tendenza ad un aumento meno sostenuto sia per i ricoveri che per i decessi. Ad essere ottimistici, si potrebbe ricordare che - in genere - prima di vedere un effetto sui ricoveri devono passare 1-2 settimane. L'interpretazione opposta è che la decelerazione osservata sui contagi sia fittizia e che quindi siamo destinati a tornare rapidamente ad una crescita esponenziale dei contagi. Ci vorranno una - al massimo due - settimane per capire come stanno effettivamente le cose.
Variazione percentuale settimanale dei ricoveri nei reparti Covid (somma di tutti i reparti) degli ospedali italiani. Da 6 settimane la variazione percentuale oscilla intorno al 15% |
Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti |
Decessi giornalieri normalizzati per ogni 100 mila abitanti (linea grigia). La linea rossa mostra il valore medio dei decessi giornalieri, stimato su base settimanale. |
Per quanto riguarda il Trentino, la situazione è decisamente peggiore rispetto alla media nazionale, con i contagi che ormai sfiorano i 250 casi settimanali per ogni 100 mila abitanti e circa 14 nuovi ricoveri settimanali per ogni 100 mila abitanti (un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale). Il Trentino è sfuggito alla classificazione di zona gialla italiana grazie ad uno "zero virgola" nel calcolo dell'indicatore relativo ai ricoveri nei reparti Covid ordinari. Le Autorità sanitarie trentine hanno fatto trapelare la notizia che stanno cercando di trasferire una parte dei ricoverati degli ospedali pubblici in cliniche private, in modo da "alleggerire" il parametro relativo ai ricoveri, analogamente a quanto viene fatto nel vicino Alto Adige (che, senza questo trucco, sarebbe già diventato "arancione"). Purtroppo sono solo escamotage statistici che non cambiano la sostanza della situazione.
Guardiamo infine la mappa ECDC che, questa settimana, mostra alcune novità. In particolare si vede che, dopo alcuni mesi molto duri, i contagi hanno finalmente iniziato a calare nei Paesi balcanici. In questi Paesi, l'impatto autunnale della pandemia è stato durissimo, sia in termini di ricoveri ospedalieri che di decessi. Ma - come tutto a questo mondo - anche i picchi pandemici prima o poi si esauriscono. Vediamo anche che - come in una sorta di tragico ping-pong - la situazione si sta facendo più complicata nell'Europa occidentale e centrale.
L'Italia resiste con un certo numero di Regioni a basso livello di rischio (ECDC giallo), ma il Veneto è già diventato rosso scuro. Se i numeri della scorsa settimana saranno confermati, anche il Trentino lo diventerà a breve:
Mappa della pandemia in Europa elaborata da ECDC |
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