Un gruppo di ricerca che si occupa dello sviluppo di modelli epidemiologici presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM) ha fatto una valutazione del possibile impatto della variante Omicron sulla pandemia in Inghilterra.
I risultati sono piuttosto preoccupanti, sia per quanto riguarda i ricoveri che i decessi, specialmente nell'ipotesi che il Governo inglese non aumenti le misure di contenimento della circolazione virale, aldilà di quanto già stabilito con il cosiddetto "Piano B".
Ricordo che, attualmente, sia il numero di nuovi ricoveri giornalieri che quello dei decessi settimanali, si attesta sotto i 1.000 casi. A seconda delle ipotesi fatte sulla contagiosità e sulla gravità dei sintomi causati dalla variante Omicron, si possono disegnare scenari molto diversi tra loro, ma tutti caratterizzati da un significativo incremento dei danni sanitari provocati dalla pandemia,
Come ho già scritto in altri post dedicati a stime sull'evoluzione della pandemia ottenute grazie a modelli matematici, vorrei sottolineare che i risultati di queste simulazioni dipendono criticamente da una serie di parametri - espliciti e impliciti - che, almeno in parte, sono soggetti ad un alto margine di arbitrarietà. Spesso i titoli dei giornali tendono a presentare i risultati dando grande evidenza agli elementi che possono attirare maggiormente l'attenzione dei lettori, senza preoccuparsi troppo di chiarire il grande margine di incertezza che li caratterizza.
In particolare, il risultato di queste stime, dipende criticamente tra il rapporto esistente tra il maggiore livello di contagiosità (e la capacità di eludere le coperture vaccinali) e l'eventuale minore severità della malattia indotta dal nuovo ceppo virale. Finché non ci saranno dati stabili e affidabili che riguardino questi aspetti della variante Omicron, qualsiasi tentativo di elaborare previsioni sul futuro andamento della pandemia sarà affetto da grossolane limitazioni.
Nessun commento:
Posta un commento