Cambiano i Ministri, ma a viale Trastevere (sede del Ministero dell'istruzione) la litania è sempre la stessa: "le Scuole sono un luogo sicuro. I contagi - eventualmente - avvengono sui mezzi di trasporto oppure la colpa è delle ASL che non fanno un numero sufficiente di tamponi".
La pantomima della circolare ministeriale che ieri reintroduceva la didattica a distanza dopo un solo caso di contagio, ritirata dopo poche ore, ci fa capire il livello di confusione che regna tra i vertici del sistema scolastico nazionale. La situazione non è migliore nel Trentino, orgogliosamente autonomo, sempre pronto a rivendicare le sue competenze in ambito scolastico, ma incapace di trasformarle in azioni concrete.
I dati sui contagi, suddivisi per classi d'età, comunicati settimanalmente dall'Istituto Superiore di Sanità mostrano - senza ombra di dubbio - la forte diffusione dei contagi tra i giovani in età scolastica:
Incidenza dei contagi per classe d'età secondo l'ultima rilevazione rilasciata dall'Istituto Superiore di Sanità |
C'è una evidente incidenza delle vaccinazioni, con la classe d'età 20-29 anni largamente vaccinata, che presenta una incidenza che è pari a meno della metà rispetto alle generazioni più giovani. Eppure si tratta di ragazzi e ragazze che hanno una intensa vita sociale e che non se ne stanno certamente chiusi in casa come gli anziani, per paura di esporsi al virus. Quindi - quando si discute se vaccinare bambini e ragazzi - un elemento importante di discussione dovrebbe essere anche il ruolo dei vaccini per proteggere dai contagi ed evitare la DAD.
Il picco dei contagi si osserva tra 0 e 9 anni. Si tratta di bambini tutti non vaccinati. La classe d'età 10 - 19 ha un livello di vaccinazione mediamente ancora basso, almeno per coloro che sono minorenni. Comunque un certo grado di protezione indotto dai vaccini si vede anche per loro.
Chi sostiene che i mezzi di trasporto e non la Scuola siano i principali luoghi di contagio dei più giovani, dovrebbe osservare l'incidenza dei contagi tra i giovanissimi (0 - 9 anni) che certamente usano i mezzi di trasporto pubblico molto meno rispetto ai giovani di età compresa tra 10 e 19 anni.
Che i contagi avvengano nel chiuso delle aule scolastiche ce lo dice la fisica dei fluidi, perché ormai sappiamo che la circolazione virale avviene principalmente sotto forma di aerosol che si genera anche solo parlando. Non c'è bisogno di tossire per diffondere il virus: basta parlare, magari ad alta voce. A volte, anche dotare gli insegnanti di un semplice microfono può aiutare a ridurre i contagi.
La cosa che mi lascia stupefatto è che nessuno - neppure nel piccolo Trentino - si sia posto il problema di migliorare la qualità dell'aria delle aule scolastiche. Non si tratta di interventi particolarmente onerosi e - tra l'altro - non sono neppure soldi buttati al vento come quelli spesi per i banchi a rotelle. Infatti qualsiasi miglioramento dell'aria delle aule scolastiche rappresenta un investimento anche per il futuro perché servirà per garantire un ambiente di studio e di lavoro più salubre, anche quando l'emergenza Covid sarà dimenticata. Basterebbe fare pochi interventi mirati:
- Innanzitutto, bisogna monitorare il livello del ricambio d'aria, per evitare che docenti e studenti vivano in ambienti dove non c'è una sufficiente ventilazione. A tal fine basta installare dei semplici rivelatori di anidride carbonica: quando il livello sale oltre una certa soglia vuol dire che l’aria ristagna.
- Poiché il ricambio dell'aria basato sulla semplice apertura delle finestre non è una misura praticabile in Trentino, soprattutto durante la stagione invernale, bisogna installare degli impianti di ricambio e/o sanificazione dell'aria, con eventuale recupero dell'energia in modo da evitare che le aule scolastiche diventino un "colabrodo" dal punto di vista energetico. Le tecnologie ci sono e dopo due anni di pandemia non ci possono venire a dire che non hanno avuto abbastanza tempo per sviluppare i progetti.
- Finché le misure di ricambio d'aria non sono sufficienti, bisogna rendere obbligatorio l'uso delle mascherine FFP2, che vanno indossate nel modo corretto e cambiate con le necessaria frequenza. Meglio indossare una mascherina scomoda che chiudere le classi a causa dei contagi.
In alternativa, possiamo continuare a fare gli struzzi, chiudendo la Scuola in presenza solo quando i contagi dilagano. A me non sembra una idea intelligente!
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