Il tema è stato oggetto di accesi dibattiti fin dall'inizio della pandemia. Allora qualcuno sosteneva che la Covid-19 provocasse il decesso solo delle persone anziane e molto malate che sarebbero comunque morte, di lì a poco, a causa di altre patologie. Purtroppo, la triste contabilità dei decessi che ha caratterizzato tutto il 2020 ha mostrato una realtà molto più cruda di quanto si potesse pensare all'inizio della pandemia.
Con l'avvento dei vaccini la situazione è nettamente migliorata, anche se l'arrivo di nuove varianti ha provocato nuove impennate della pandemia. Oggi, in un momento di piena risalita dei contagi legati alla variante Delta ed in attesa di capire cosa succederà con la nuova variante Omicron, stiamo assistendo ad un calo dell'efficacia dei vaccini fatti all'inizio del 2021, controbilanciata dalla somministrazione su vasta scala della terza dose vaccinale.
Malgrado il problema della durata temporale dell'efficacia vaccinale e la comparsa di varianti molto più contagiose rispetto a quelle che circolavano nel 2020, il livello attuale dei decessi - pur essendo ancora alto - è decisamente inferiore rispetto ai livelli di un anno fa.
Il fatto che ci siano ancora dei decessi e che una parte di tali eventi avvengano tra le persone vaccinate è diventato uno dei punti di forza della propaganda no-vax. Anche questa sera, durante un dibattito televisivo, ho sentito un noto "virosofo" citare numeri a vanvera per sostenere le sue tesi.
Per vedere come stanno effettivamente le cose, può essere utile partire dagli ultimi dati pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità che riguardano i decessi Covid avvenuti durante lo scorso mese di ottobre. Complessivamente sono stati registrati 1.020 decessi, di cui 449 hanno riguardato persone non vaccinate. Per capire l'impatto della Covid-19 sulla mortalità generale, ricordo che il numero medio di decessi registrato in Italia durante il mese di ottobre (prima della Covid-19) era dell'ordine di 60.000 eventi.
Il fatto che il numero di morti "vaccinati" fosse sostanzialmente uguale a quello dei "non vaccinati" è stato ripetuto molte volte dal noto "virosofo" come "prova regina" del suo scetticismo nei confronti dei vaccini. Tuttavia, il solo dato dei decessi non si comprende se non è accompagnato da altre informazioni. Nel caso dei dati ISS, la platea dei non vaccinati era costituita da circa 7,5 milioni di persone, di cui solo 1,5 milioni sopra i 60 anni (20% del totale). Ricordo che la letalità del virus cresce sistematicamente con l'aumento dell'età e diventa particolarmente significativa solo sopra i 60 anni.
Gli altri decessi (571) si sono verificati tra i 46,3 milioni di persone che avevano ricevuto almeno una dose vaccinale. Qui la presenza di persone con almeno 60 anni di età è decisamente più elevata rispetto alle persone non vaccinate: 16,5 milioni pari al 35% dei vaccinati.
Riassumendo, se normalizziamo il dato dei decessi rispetto alle dimensioni del campione - senza fare nessuna analisi di dettaglio sulla distribuzione d'età e delle dosi vaccinali - otteniamo 6 decessi mensili per ogni 100 mila non vaccinati, contro 1,2 decessi mensili per ogni 100 mila persone che avevano ricevuto almeno una dose vaccinale.
Quindi è concettualmente sbagliato affermare - come ha fatto il "virosofo" - che il numero dei decessi è più o meno lo stesso per vaccinati e non vaccinati, perché il numero dei decessi va parametrizzato rispetto al numero di persone che condividevano lo stesso stato vaccinale. Se fosse meno fazioso, anche il noto "virosofo" potrebbe capire che, se tutti fossero vaccinati, i pochi decessi che ancora ci sarebbero corrisponderebbero solo a persone vaccinate.
Oggi la domanda che anche lui dovrebbe porsi è: "quanti sarebbero stati i decessi attuali senza il vaccino?". La risposta è "molti di più". Vediamo quanti.
L'analisi fornisce risultati più significativi se - invece di usare i dati aggregati - consideriamo la distribuzione dei casi per classi d'età. Ad esempio, se consideriamo solo le persone con almeno 60 anni, i numeri diventano 393 decessi su circa 1,5 milioni di non vaccinati contro 552 decessi su 16,5 milioni di persone che avevano ricevuto almeno una dose vaccinale. L'incidenza è quindi 26 decessi mensili per ogni 100 mila non vaccinati contro 3,3 decessi mensili per ogni 100 mila persone che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino.
Il dato sulle persone 60+ vaccinate andrebbe ulteriormente disaggregato in base al numero di dosi ricevute ed al tempo trascorso dopo la somministrazione. Si vede, ad esempio, che l'incidenza dei decessi per coloro che hanno almeno 60 anni e sono stati completamente vaccinati da meno di 6 mesi, scende a 2,7 decessi mensili per ogni 100 mila persone, mentre sale a 6,7 decessi mensili per ogni 100 mila persone completamente vaccinate da più di 6 mesi (quest'ultimo risultato è influenzato anche dal fatto che a gennaio si vaccinavano prioritariamente gli anziani più fragili e per loro il semestre di durata della vaccinazione è scaduto prima). Il dato relativo a coloro che avevano già ricevuto al terza dose è ancora troppo piccolo per poter ricavare stime statisticamente affidabili.
In conclusione, senza vaccini i 571 decessi registrati tra coloro che avevano ricevuto almeno una dose vaccinale sarebbero diventati circa 4.500. Il che significa che - senza vaccini - durante lo scorso mese di ottobre avremmo registrato almeno 5.000 decessi. Ho scritto almeno perché nella mia analisi non ho tenuto conto dell'effetto dei vaccini rispetto al contenimento dei contagi.
Grazie ai vaccini abbiamo salvato circa 4.000 vite umane nel solo mese di ottobre. Scusate se è poco!
Grazie professore Bassi. Il virosofo in questione ha davvero passato il segno ieri sera. Vorrei però criticare le scelte di Lilli Gruber: facendo intervenire il virosofo doveva invitare una persona competente, in grado di sostenere un contraddittorio basato sulla lettura corretta dei dati. Invece è stata persa un'occasione di chiarimento su un punto essenziale. Così non si fa un servizio di informazione; deprimente...
RispondiEliminaGrazie per il suo contributo, spero che qualcuno scriva anche sulla stampa nazionale!
Un cordiale saluto,
Roberta Tommasini