domenica 12 dicembre 2021

La situazione degli ospedali trentini si sta rapidamente deteriorando

Con 18 posti occupati nei reparti Covid di terapia intensiva, la situazione attuale degli ospedali trentini è quella che mostra - a livello nazionale - il più alto livello di posti occupati (20%), esattamente la soglia a cui avviene il passaggio dalla zona gialla alla zona arancio. Subito dopo il Trentino viene l'Alto Adige che ha 19 ricoveri in terapia intensiva, ma avendo dichiarato di avere più posti di terapia intensiva rispetto al Trentino, risulta avere una occupazione del 19%.

Il Trentino attualmente è ancora classificato come zona bianca, ma solo grazie ad uno "zero virgola" perché la settimana scorsa, quando è stato fatto il rilevamento, il grado di occupazione dei posti nei reparti Covid ordinari si era fermato appena un pelo sotto la soglia del 15%. Oggi siamo al 16% e quindi - a meno di una rapida inversione di tendenza sul fronte dei ricoveri - la zona gialla dovrebbe essere quasi certa.

Rimane una incongruenza tra i dati del Trentino e quelli dell'Alto Adige per la quale non riesco a trovare una spiegazione. 

In Alto Adige, a fronte di 92 ricoveri ufficiali nei reparti Covid ordinari, sappiamo che ce ne sono altri 71 classificati come "post-acuti" ricoverati in cliniche private, che sfuggono dalle statistiche ufficiali. Complessivamente ci sono 182 ricoverati di cui 163 "ordinari" (negli ospedali pubblici e nelle cliniche private) e 19 ricoverati in terapia intensiva. I ricoverati in terapia intensiva sono pari a circa il 10% del totale.

Se guardiamo i dati nazionali, oggi ci sono 829 ricoverati in terapia intensiva a fronte a 7.526 ricoverati complessivi. Anche a livello nazionale, i ricoverati in terapia intensiva sono pari a poco più del 10% del totale.

Il Trentino oggi dichiara 18 ricoverati in terapia intensiva, con un numero complessivo di pazienti ricoverati pari a 99.  La percentuale di ricoverati in terapia intensiva corrisponde al 18% del totale dei pazienti ricoverati. Potrebbe essere una semplice fluttuazione statistica legata all'insorgenza di qualche focolaio particolarmente intenso, oppure anche il Trentino ha "delocalizzato" una parte significativa dei suoi pazienti Covid nelle cliniche private, ma non lo ha mai comunicato.

Rimane da capire come mai il Trentino, che fino a pochi giorni fa aveva dati di occupazione degli ospedali leggermente migliori rispetto alla media italiana, oggi si sia allontanato così tanto dal dato nazionale (che attualmente è pari all'11% per i reparti ordinari e al 9% per i reparti di terapia intensiva).

La mia congettura - tutta da verificare - è che la crescita improvvisa dei ricoveri sia dovuta a persone che erano state vaccinate ad inizio anno e che non avevano ancora fatto la terza dose. Ma si tratta - lo ripeto - solo di una congettura e, finché non saranno resi noti dati accurati sullo stato vaccinale dei ricoverati, sarà difficile poter fornire un qualche tipo di risposta.

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