lunedì 27 dicembre 2021

Tutti in quarantena!

La rapida progressione della variante Omicron sta generando in molti Paesi una sorta di "lockdown alternativo". La messa in quarantena di un grande numero di persone (positivi e loro contatti stretti) sta ponendo seri limiti alla funzionalità degli apparati pubblici e dei sistemi industriali. La recente dichiarazione dello stato di emergenza a Londra è solo un esempio di quello che potrebbe succedere a breve in molte altre grandi città europee.

Le proposte per fare fronte a questa situazione sono le più diverse: c'è chi propone "semplicemente" di non far fare più le quarantene ai contatti stretti, sostituendole con una serie di tamponi ravvicinati (ammesso e non concesso che poi si riesca effettivamente a farli) e di accorciare i tempi di quarantena per i positivi. C'è chi propone di togliere dalla quarantena i positivi asintomatici o pauci-sintomatici, mandandoli comunque al lavoro purché dotati di mascherina. Fino alle proposte estreme di chi sostiene di non fare più tamponi di massa e di limitarsi a trattare i casi sintomatici gravi (in pratica tornando a quello che era l'approccio di inizio pandemia).

Aldilà del merito delle singole proposte, è chiaro che siamo nella classica situazione del "gatto che si morde la coda". Abbiamo troppe persone in quarantena perché la variante Omicron è molto contagiosa, ma se allentiamo le regole sulla quarantena, lasciamo il virus libero di correre ancora più velocemente

In pratica, dietro a queste proposte sull'allentamento della quarantena, spunta la vecchia idea dell'immunità di gregge ottenuta favorendo la rapida diffusione del contagi (ricordate l'invito di BoJo a "prepararsi a dire un addio prematuro ad alcuni dei nostri cari"?). Ma oggi c'è una differenza sostanziale: grazie ai vaccini ed alle precedenti infezioni la sensibilità della popolazione rispetto al virus è notevolmente più bassa rispetto a 2 anni fa. Questo fa sperare che una forte crescita dei contagi non produrrà un aumento proporzionale in termini di ricoveri e decessi.

Si tratta - a mio avviso - di un forte azzardo perché l'effetto di Omicron sui ricoveri ospedalieri non è affatto trascurabile. Senza contare che una forte crescita dei contagi metterebbe a rischio due categorie di persone: i non vaccinati ed i fragili che - pur avendo ricevuto il vaccino - non hanno acquisito una sufficiente protezione a causa della limitata funzionalità del loro sistema immunitario.

Per quanto riguarda i no-vax si potrebbe dire che hanno fatto una scelta consapevole e quindi ne pagherebbero le conseguenze. Peccato che poi vadano ad intasare i reparti di terapia intensiva mettendo in affanno tutto il sistema sanitario.

Diverso è il discorso per le persone vaccinate e fragili. Molte di loro potrebbero morire prematuramente a causa di scelte politiche che hanno permesso al virus di circolare senza limiti. Trovare un giusto equilibrio tra le esigenze complessive e la protezione dei più fragili è una sfida che i decisori politico-sanitari devono affrontare ogni giorno.

Non è facile trovare una ragionevole sintesi tra le diverse esigenze, ma si deve cercare di trovarla. Non credo che "scaricare sui più fragili" il peso di tutti i problemi sia una scelta eticamente accettabile.

4 commenti:

  1. Come si vede in tutta Europa, se l'obiettivo è di convivere col virus, l'equilibrismo, per quanto si ragioni e si sintetizzi, alla fine si dimostra impossibile.
    E' sbagliato l'obiettivo. Al virus si dichiara guerra, senza se e senza ma, ricordando che 10 o al massimo 12 giorni di confinamento duro lo annienterebbero, completamente.
    Questo dev'essere l'obiettivo, avvicinandolo al meglio possibile per tornare, tutti, ad una situazione normale.

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  2. L'Italia, investita dalla quarta ondata di Coronavirus, ha subito le conseguenze "delle scelte sbagliate di altri", afferma l'esperto di Igiene Pubblica, Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute, Roberto Speranza.

    "Non è un caso che le 3 varianti che hanno caratterizzato il 2021, siano arrivate da Paesi simbolo", dice Ricciardi citando il Regno Unito, "che non ha fatto nulla per fermare il virus", l'India, "che aveva abbassato la guardia" e il Sudafrica, da dove arriva Omicron e dove "la copertura vaccinale è minima".

    L'esperto è preoccupato dal picco di contagi. "Andremo oltre i 100mila contagi al giorno", ma, "non credo che tornerà il lockdown totale". Le restrizioni saranno "solo per i No vax, perché a pesare sui sistemi sanitari saranno loro".

    da ildolomiti.it

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  3. L’eventualità di ridurre i tempi della quarantena però non trova d’accordo alcuni esperti fra cui Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata: 

    “Sotto l’aspetto medico-epidemiologico sarebbe un errore, aumentiamo il rischio che persone contagiate possano diffondere ulteriormente il virus. La variante iniziale del coronavirus aveva un tempo di latenza che poteva arrivare anche a due settimane, man mano questo periodo di incubazione è diventato più rapido, ma può arrivare anche a 7 giorni, ridurre la quarantena a meno di 7 giorni è rischioso soprattutto con una variante così contagiosa come questa."

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  4. Ormai "bisogna valutare misure più restrittive come l'obbligo vaccinale" o "l'ipotesi di limitare la circolazione delle persone che non hanno la protezione, che rischiano di mettere sotto pressione il sistema sanitario", aggiunge il Ministro per il Lavoro, Andrea Orlando, che rilancia sull'alternativa all'obbligo ovvero il lockdown dei no vax.

    Su quest'ultimo aspetto anche il governatore toscano Giani lancia un appello al Governo.

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