Massimo Cacciari ha annunciato la costituzione di "un gruppo di controinformazione" perché - a suo dire - "oggi viene messo al bando perfino il dubbio". La sua rappresentazione del Mondo - a mio avviso molto superficiale - lascia intravvedere l'idea del dubbio come patrimonio esclusivo dei "filosofi", mentre gli "scienziati" (o almeno la grande maggioranza di loro) sarebbero degli sciocchi servi del Potere, pronti a credere e a propagandare verità assolute e non dimostrate.
Massimo Cacciari è senz'altro una persona molto intelligente, ma, talvolta, anche le persone geniali mostrano i loro limiti, soprattutto quando si cimentano in discussioni su argomenti che non conoscono.
La citazione fuorviante sui dati dei decessi di vaccinati e non vaccinati fatta da Massimo Cacciari durante una recente trasmissione televisiva dimostra che anche lui può cadere in questa trappola. Ho troppa stima per Massimo Cacciari per credere che abbia volutamente interpretato i dati in modo distorto al solo scopo di abbindolare gli ascoltatori. Secondo me, semplicemente non li aveva capiti. Forse non gli era chiaro un concetto elementare dell'analisi dei dati: "se si parte da due campioni statistici di dimensioni molto diverse, prima di confrontare i risultati, bisogna normalizzarli rispetto alle dimensioni dei campioni".
Insomma, se anche il più geniale dei filosofi vuole confrontarsi con gli scienziati, non gli basta fare un breve corso su internet.
Il dubbio è la base essenziale sia del pensiero scientifico che di quello filosofico. Qualsiasi conoscenza accettata dalla comunità scientifica può essere sempre messa in discussione, ma per farlo servono dati in grado di provare le idee alternative che vengono proposte o - come minimo - di confutare le conoscenze comunemente considerate come acquisite. Come ci insegnò Galileo, "provare e riprovare" (inteso come "verificare il vero e confutare il falso") è il punto di partenza di ogni ragionamento scientifico.
In altre parole, nella Scienza i dubbi non si esprimono con frasi eleganti, ma sulla base di dati sperimentali, correttamente raccolti e interpretati. Per passare dagli aggettivi ai numeri servono alcune competenze che includono - tra l'altro - le basi matematiche, informatiche e statistiche necessarie per comprendere il significato (ed i limiti) dei dati sperimentali.
Caro Massimo Cacciari, i dati sono una cosa seria e vanno trattati con rispetto perché sono la linfa vitale che alimenta la conoscenza scientifica. Speriamo che tu lo tenga sempre presente, soprattutto quando ci "contro-informerai" sull'andamento della pandemia.
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