giovedì 22 ottobre 2020

Attenzione al numero degli asintomatici!

Una delle principali differenze tra i contagi rilevati in questi giorni e quelli della fase iniziale della pandemia è rappresentata dal numero di persone che vengono diagnosticate come virologicamente positive pur non presentando sintomi o avendo sintomi molto blandi.  A marzo, gli asintomatici li trovavano solo a Vo' Euganeo, ma con il progressivo aumento del numero di tamponi e con l'avvio di programmi di tracciamento il numero di persone asintomatiche è via via cresciuto. Addirittura a settembre quando era ormai chiaro che il numero di contagi stava crescendo, qualcuno liquidava la faccenda dichiarando "tanto sono tutti asintomatici".

L'Istituto Superiore di Sanità classifica i contagi degli ultimi 30 giorni suddividendoli tra asintomatici, paucisintomatici, lievi, severi e critici. La figura seguente ci mostra la distribuzione dei diversi tipi di sintomi al variare dell'età del paziente contagiato. 

Classificazione per classi d'età e sintomi elaborata dall'Istituto Superiore di Sanità (14 ottobre 2020). Il dato si riferisce alla media dei 30 giorni precedenti la rilevazione
 

Si noti come la frazione di pazienti asintomatici o paucisintomatici sia assolutamente preponderante nei soggetti più giovani e cali progressivamente all'aumentare dell'età. Questi dati potrebbero sottostimare il numero di asintomatici perché sappiamo che tale categoria di contagiati può essere efficacemente trovata solo nell'ambito di politiche di tracciamento che funzionino molto bene. A questo si aggiunge una certa ambiguità nella classificazione dei sintomi. In particolare, la soglia tra paucisintomatici e lievemente sintomatici non sempre è facilmente definibile e potrebbe portare a differenze sensibili nella classificazione dei casi.

Prendiamo comunque come riferimento i dati ISS riportati in figura e vediamo che, a seconda delle classi d'età, la componente di asintomatici e paucisintomatici può variare tra circa il 60 e l'80% dei positivi. Il dato complementare, ovvero coloro che manifestano sintomi da lievi fino a severi, può variare tra circa il 40 ed il 20% dei positivi.

Generalmente quando osserviamo i dati giornalieri non abbiamo informazioni dettagliate sulla distribuzione d'età dei nuovi contagiati e, se i numeri non sono troppo grandi, dobbiamo tener conto anche della presenza di forti fluttuazioni statistiche. Sarebbe interessante avere, anche a livello di Regioni/PPAA una statistica sui dati dei nuovi contagi settimanali che riporti la presenza di pazienti asintomatici e paucisintomatici nelle diverse classi di età. In generale ci aspettiamo che, man mano che perde efficacia l'operazione di tracciamento, si verifichino due cambiamenti: cresce il rapporto tra nuovi positivi e persone sottoposte al test (escludendo dal computo i test fatti a coloro che appartengono alla categoria degli attualmente positivi) e contemporaneamente cala la presenza dei positivi asintomatici e paucisintomatici. Ovviamente per parlare di un calo di asintomatici e paucisintomatici bisogna avere i dati disaggregati per età perché se aumentassero i positivi più anziani avremmo comunque un aumento dei casi con sintomi, anche a parità di efficacia delle operazioni di tracciamaneto.

La mia è proposta è molto semplice: i dati ci sono tutti basta raccoglierli e analizzarli. Si potrebbe fare anche a livello provinciale e sarebbe una "misura" della nostra capacità di tracciare i contagi oltre ad uno strumento importante per capire come stia effettivamente evolvendo la pandemia.


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