martedì 20 ottobre 2020

Bar e ristoranti sono veramente centri di diffusione del contagio?

Il possibile ruolo di bar e ristoranti come luoghi particolarmente importanti per la diffusione del virus è stato oggetto di accese discussioni non solo in Italia. La chiusura, totale o parziale, di bar e ristoranti è una delle misure più comunemente adottate durante le ultime settimane in diversi Paesi europei. Il grave danno economico provocato a tali attività ha generato le comprensibili reazioni di imprenditori e lavoratori del settore che contestano le decisioni assunte dalle autorità sanitarie sostenendo che non c'è prova della relazione esistente tra diffusione dei contagi e frequentazione di bar e ristoranti.

In effetti se osserviamo le statistiche ufficiali solo una piccola percentuale dei nuovi contagi viene messa in diretta relazione con la frequentazione di locali pubblici. Va detto tuttavia che, a parte i casi nei quali il contagio sia molto vasto e coinvolga anche il personale dei pubblici esercizi, il contagio occasionale che può avvenire al tavolo di un bar o di un ristorante è molto difficile da tracciare (a meno che non sia segnalato da un qualche sistema di tracciamento automatico come potrebbe fare l'app IMMUNI se fosse utilizzata su larga scala). Il problema è reso ancora più complicato nei locali chiusi dove i sistemi di circolazione dell'aria possono veicolare il virus anche a distanze relativamente grandi rispetto alla posizione occupata da un'eventuale persona contagiosa.

Negli Stati Uniti, il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha recentemente pubblicato un rapporto dove si cerca di affrontare il problema in un modo diverso. 

Fisher KA, Tenforde MW, Feldstein LR, et al. Community and Close Contact Exposures Associated with COVID-19 Among Symptomatic Adults ≥18 Years in 11 Outpatient Health Care Facilities — United States, July 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2020;69:1258–1264. DOI: 10.15585/mmwr.mm6936a5

In pratica, è stato chiesto ad un campione di persone sottoposte a tampone quali fossero state le loro frequentazioni durante le ultime due settimane prima del test. Il risultato dell'indagine  - che lo ricordo è solo di tipo indiretto - è che le persone trovate virologicamente positive avevano frequentato bar e ristoranti con una frequenza nettamente maggiore rispetto a coloro che avevano avuto un tampone negativo. Il risultato sembra statisticamente affidabile anche se prima di arrivare a conclusioni più certe sarebbe necessario estendere le dimensioni del campione statistico considerato.

La pubblicazione dello studio CDC ha generato vaste reazioni negli Stati Uniti inclusa una presa di posizione ufficiale della AFDO (Association of Food and Drug Officials) che critica il rapporto CDC,


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