L'andamento della pandemia negli Stati Uniti rappresenta per certi versi una storia a sé stante rispetto al resto del Mondo. Inizialmente la pandemia ha colpito principalmente la costa atlantica degli USA più o meno in concomitanza con la diffusione della prima ondata in Europa. Dopo la discesa di inizio estate, la pandemia si è spostata verso gli Stati del Sud e della costa occidentale, arrivando al picco a metà luglio. Nuova discesa fino a metà settembre a cui è seguito un nuovo aumento dei casi, che attualmente sono ritornati a livelli dell'ordine dei 80.000 nuovi casi giornalieri. Ricordo che negli USA, come negli altri Paesi, da marzo ad oggi si è registrato un costante aumento del numero dei tamponi fatti e quindi i contagi di marzo sono senz'altro sottostimati rispetto a quelli attuali.
Un approccio più realistico può essere basato sul numero di pazienti che hanno avuto bisogno di essere ospedalizzati. Anche questo numero attualmente è in fase di risalita, dopo aver mostrato due picchi molto evidenti. Quanto ai decessi, si notano fino ad oggi due picchi di valore decrescente, legati probabilmnete al miglioramento dei protocolli di cura. Al momento non c'è evidenza di una risalita dei decessi, ma tenendo conto dei ritardi tipici che caratterizzano la pandemia, anche questo parametro potrebbe crescere nuovamente a breve. I dati sono riassunti nella figura riportata qui sotto:
Nuovi contagi (rosso), ricoveri (azzurro) e decessi (nero) negli Stati Uniti a causa dell'epidemia di Covid-10. Tratto da The COVID Tracking Project. |
La figura seguente mostra la distribuzione dei nuovi contagi nei diversi Stati: i contagi più elevati sono riportati nella parte centro-occidentale degli Stati Uniti. Le situazioni più critiche si osservano attualmente in North e South Dakota, Montana e Wisconsin.
Tratto da npr.org |
In conclusione, terminata ormai la seconda ondata, gli Stati Uniti si avvicinano alle ormai imminenti elezioni presidenziali accompagnati dalla pandemia in fase di ulteriore salita.
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