martedì 20 ottobre 2020

Aggiornamento sui ricoveri 20 ottobre: comprate (se non lo avete già) un cane e fate scorta di lievito

Vi dico francamente che quando durante lo scorso mese di luglio scrivevo che un campanellino d'allarme era scattato anche per l'Italia, non mi sarei aspettato di vedere che la situazione dei ricoveri degenerasse così vistosamente prima della fine di ottobre. Complice l'atmosfera da ferie estive, quello che allora era un semplice cambio di tendenza ancora tutto da confermare, si è trasformato prima in un lungo plateau, diventato poi una significativa risalita che ha man mano accelerato con il passare delle settimane.

Con questo ritmo, in meno di due settimane ci saremo bruciati tutti i posti di terapia intensiva che sono stati  aggiunti da Regioni/PPAA utilizzando i fondi messi a disposizione dal Governo nazionale lo scorso 19 maggio (decreto rilancio 34/2020). Dovevano essere 5500 posti in più, ma al momento ne risultano realizzati poco meno di 1300. Molte Regioni/PPAA hanno ancora una dotazione di posti di terapia intensiva inferiore rispetto al minimo consigliato. Senza contare che i nuovi posti letto di terapia intensiva servono a poco se non ci sono adeguate disponibilità di medici ed infermieri. 

Ormai in tutta la Penisola molti ospedali stanno rimodulando il loro piano di attività per garantire la necessaria assistenza ai pazienti Covid, con il rischio concreto di limitare le cure necessarie per tutte le altre patologie. Quando parliamo di decessi dovuti all'epidemia, dovremmo mettere nel conto anche le migliaia di persone che hanno rimandato visite od esami essenziali e che pagheranno un prezzo altissimo, anche se non si infetteranno.

Dal un punto di vista del funzionamento delle strutture sanitarie rischiamo di infilarci in un tragico cul-de-sac. Se garantiamo ai pazienti Covid più a rischio (attualmente poco più del 6% degli attualmente positivi) un ricovero precoce, riduciamo la letalità della malattia perché riusciamo in molti casi a prevenire le complicanze più gravi (poco meno del 10% dei ricoverati attualmente finisce in terapia intensiva). D'altra parte se i contagi continueranno a crescere con la tendenza attuale, il carico di pazienti Covid rischia di diventare insostenibile e torneremo fatalmente alla situazione di marzo quando gran parte dei pazienti che arrivavano nei reparti di Pronto Soccorso erano talmente gravi da richiedere di essere immediatamente intubati. Certo si può cercare di migliorare l'assistenza a domicilio di molti sintomatici, anche se non basta una telefonata al giorno per sapere come stanno. Tra l'altro, le reti di assistenza domiciliare avrebbero dovuto essere messe in piedi questa estate e non si possono improvvisare adesso in questa situazione ormai critica.

Dopo questa lunga premessa vediamo i dati che, di fatto, ho già ampiamente commentato. Vi invito comunque a notare come i minimi estivi ormai si confondano con lo zero della scala verticale


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