mercoledì 7 ottobre 2020

Si rischia veramente il contagio toccando una superficie?

 Evidenziati in blu ci sono alcuni nuovi commenti  nei quali si fa riferimento ad una pubblicazione  apparsa il 7 febbraio su Virology Journal

 Fin dall'inizio della pandemia c'è stata una grande discussione sulla possibile via di contagio che si realizza quando si tocca una superficie su cui sia presente una certa quantità di virus. Alcuni lavori avevano evidenziato come il SARS-CoV-2 potesse sopravvire su alcune superfici solide anche per molte ore (o addirittura giorni). Da qui derivava il timore che il contagio potesse essere trasmesso semplicemente toccando una superficie contaminata. Ricordo a marzo, una trasmissione televisiva nella quale si discuteva se fosse opportuno disinfettare le confezioni dei prodotti acquistati al supermercato prima di utilizzarli. 

Per alcune malattie infettive è stato effettivamente dimostrato che il contagio si possa trasferire toccando una superficie contaminata. Nel caso specifico della SARS-CoV-2 la questione ancora dibattuta è se il virus che potrebbe essere trasmesso per questa via sia effettivamente in grado di trasferire il contagio. Si tratta, dal punto di vista pratico, di un problema legato alla quantità di virus depositata sulla superficie ed al tempo che passa tra il momento del deposito e quello in cui la superficie viene toccata dall'altra persona. In altre parole, se sulla superficie rimangono pochi virus o addirittura solo suoi frammenti il contagio non avviene. Il caso opposto è rappresentato da una persona contagiosa (senza mascherina) che starnutisce direttamente su una superficie (ad esempio la pulsantiera di un ascensore). Se un'altra persona usa l'ascensore subito dopo (e non si lava le mani) la possibilità di contagio  potrebbe essere piuttosto alta. 

Sulla base di alcuni commenti apparsi recentemente sulla rivista The Lancet Infectious Deseases (vedi referenze alla fine di questo post) sembra che, in generale, il contagio mediato da superfici solide sia comunque un canale di minore importanza per la circolazione del virus. Il passaggio per via aerea, diretto con tosse o starnuti o indiretto via aerosol, è senz'altro più efficace

Va anche detto che un recente lavoro apparso su Virology Journal (vedi sotto) mette in evidenza che su taluni materiali ed in determinate condizioni ambientali il virus potrebbe sopravvivere anche per molti giorni. Tuttavia gli Autori di quest'ultimo lavoro non portano le prove che il virus "sopravvissuto" sia effetivamente in grado di infettare una persona dopo giorni di permanenza su una superficie.

In conclusione, le superfici solide potrebbero non essere particolarmente rilevanti (in senso statistico) ai fini della circolazione del virus. Ciò non toglie che lavarsi frequentemente le mani sia una buona pratica che va sempre seguita con il massimo scrupolo.

Per approfondimenti:

E. Goldman, "Exaggerated risk of transmission of COVID-19 by fomites", DOI: 10.1016/S1473-3099(20)30561-2

M.U. Mondelli et al., "Low risk of SARS-CoV-2 transmission by fomites in real-life conditions", DOI: 10.1016/S1473-3099(20)30678-2

S. Riddet et al., "The effect of temperature on persistence of SARS-CoV-2 on common surfaces", DOI: 10.1186/s12985-020-01418-7

Nel linguaggo medico un "fomite" è un qualsiasi oggetto inanimato che, dopo essere stato contaminato, può trasferire il contagio ad una persona sana tramite contatto.

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