Grande scalpore in tutto il Mondo per il contagio del Presidente Donald Trump e della consorte Melania. Auguri di pronta guarigione a tutti e due (e agli altri 300.000 nuovi contagiati registrati a livello mondiale ieri, inclusi i 48 trentini). Assistiamo ad una pioggia di commenti politici e di interventi satirici (non sempre di buon gusto) come è inevitabile quando vengono coinvolti personaggi così famosi.
Qui mi limito ad osservare l'analogia tra quanto sta accadendo alla Casa Bianca e la recente insorgenza di un forte focolaio che ha coinvolto la squadra di calcio del Genoa, focolaio che secondo le notizie di stampa odierne si sarebbe esteso amche alla squadra del Napoli. In ambedue i casi, c'è stata l'illusione di sbarrare l'ingresso al virus con un utilizzo intensivo dei tamponi molecolari. Secondo notizie di stampa i collaboratori stretti del Presidente USA sarebbero sottoposti a tamponi con una frequenza elevatissima, almeno un tampone ogni due giorni. I tamponi sono uno strumento utilissimo, ma come discusso in un post precedente, non infallibile. In particolare il periodo più critico sembra essere quello che intercorre tra la salita della carica virale (e della contagiosità) e l'eventuale comparsa dei sintomi. In questo periodo di tempo le persone sono particolarmente contagiose anche se appaiono ancora in eccellenti condizioni di salute. Bastano poche ore di ritardo tra la salita della carica virale e la somministrazioe del tampone per consentire al virus di propagarsi indisturbato in caso di incontri ravvicinati e non protetti. In altre parole, i tamponi non bastano a garantirci una potezione assoluta dal virus, ma devono essere accompagnati da tutte le altre misure di protezione, mascherine incluse.
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