In Italia, lo sappiamo, una raccomandazione non la si nega mai a nessuno.
Con l'avvento della pandemia c'è stato un fiorire di un nuovo tipo di raccomandazioni. Il Presidente del Consiglio pro-tempore ha lanciato la moda trasformando in "raccomandazioni" tutte le norme che avrebbe voluto imporre, ma che trovavano forte resistenza. Ed ecco che il DPCM è prodigo di raccomandazioni per tutti, creando una grande confusione non solo dal punto di vista giuridico (che valore avrà mai una raccomandazione all'interno di un decreto?), ma anche a livello di semplice comprensione rendendo difficile distinguere le regole da seguire tassativamente rispetto a suggerimenti che forse potevano essere comunicati ricorrendo ad altri strumenti. Il pasticcio dei "congiunti" è nulla rispetto alla confusione generata dagli ultimi DPCM.
Il Presidente pro-tempore della Provincia Autonoma di Trento non ha voluto essere da meno ed oggi nel suo Decreto ha voluto aggiungere una bella lista di raccomandazioni. Tra queste una che mi riguarda direttamente: "si raccomanda FORTEMENTE agli ultra-settantenni di limitare i contatti con le persone di età inferiore ai 30 anni". I giovani scapestrati che se ne fregano del virus lasciamoli fuori dalla porta e vediamo solo i familiari conviventi e, per chi ce l'ha, la badante.
Benissimo dico io, ma adesso chi ci va (sia pure munito di mascherina FFP2 e gel disinfettante) a prendere i nipoti all'uscita da scuola quando i genitori hanno impegni di lavoro?
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