Secondo quanto riportato da CNBC anche i vaccini sviluppati in USA da Moderna e Pfizer, attualmente in Fase 3 di sperimentazione, avrebbero prodotto in alcuni volontari effetti secondari significativi. La notizia è stata ripresa anche dalla stampa nazionale.
Gli effetti secondari riportatoi per i due vaccini americani sono senz'altro meno gravi rispetto al caso che ha interessato il vaccino inglese di AstraZeneca, ma hanno comunque attratto l'attenzione degli esperti che seguono lo sviluppo della sperimentazione. Secondo quanto riportato da CNBC i problemi principali (febbre alta, forti dolori, senso di spossatezza) sarebbero principalmente associati alla somministrazione della seconda dose del vaccino. Non si tratta comunque di problemi di lungo periodo perché svanirebbero nell'arco di circa 24 ore.
Difficile dire se gli episodi segnalati possano avere una qualche rilevanza nel processo di approvazione del vaccino. Se effettivamente i possibili effetti collaterali fossero sporadici e dovessero risolversi in breve tempo (così come succede per altri vaccini di uso comune) il problema potrebbe essere non particolarmente significativo.
Nel frattempo, dopo un braccio di ferro durato due settimane, la Casa Bianca ha dovuto dare il via libera alle norme della Food & Drug Administration (FDA) per l'approvazione all'uso di emergenza dei futuri vaccini anti-Covid. Secondo indiscrezioni di stampa, il Presidente Trump avrebbe voluto che fossero introdotte norme meno restrittive, nella speranza che la prima approvazione arrivasse prima delle ormai imminenti elezioni presidenziali. Fortunantamente è passata la linea della FDA e le norme, pur riducendo al minimo i tempi morti, si rifanno agli standard consueti. Ciò vuol dire che tutti gli episodi legati ad eventuali effetti collaterali saranno attentamente valutati prima di passare alla somministrazione di massa dei nuovi vaccini.
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