Vi segnalo un interessante articolo pubblicato nell'ambito di una collaborazione internazionale che ha coinvolto ricercatori che fanno capo a università francesi, austriache, italiane e americane tra cui l'Università Tecnica di Vienna (TU Wien) che ne ha pubblicato una breve sintesi. Nel lavoro vengono discussi i meccanismi fisici che sono alla base del trasferimento per via aerea del virus tra un soggetto infettato ed una persona sensibile (che non ha difese immunitarie specifiche che la proteggano dal SARS-CoV-2).
Il processo è molto più complicato di quanto si potrebbe immaginare e per stessa ammissione degli Autori, i modelli teorici che possono essere utilizzati per comprendere la fisica del trasferimento del virus richiedono ancora numerosi approfondimenti. Senza contare che, una volta che il virus arriva a destinazione, la fisica deve lasciare spazio alla microbiologia perché bisogna valutare se, alla fine del viaggio, il virus sia ancora integro ed abbia quindi mantenuta la sua capacità di infettare.
Pur con tutti i limiti del caso, parliamo comunque di un livello di comprensione dei fenomeni che va molto oltre i semplici parametri semi-empirici che spesso vediamo all'interno dei modellini matematici utilizzati dagli epidemiologi. La vera sfida è quindi quella di aumentare l'affidabilità dell'approcio fisico teorico, in modo da fornire agli epidemiologi basi più robuste su cui impostare le loro previsioni.
L'articolo - che vi anticipo non è di facile lettura - lo potete trovare qui:
S. Balachandar et al., "Host-to-host airborne transmission as a multiphase flow problem for science-based social distance guidelines", I. J. Multiphase Flow 132, 103432 (2020); DOI: https://doi.org/10.1016/j.ijmultiphaseflow.2020.103439
Le conclusioni a cui arrivano gli Autori ci confermano che mascherine e distanziamento (al livello di uno o due metri) non garantiscono di bloccare il trasferimento del virus sempre e in qualsiasi situazione. Questo lo sapevamo già e lo avevamo appreso dall'evidenza empirica. Tuttavia, avere modelli teorici affidabili potrebbe consentirci di effettuare simulazioni più robuste per valutare le diverse soluzioni di salute pubblica che si stanno attuando in questo difficile momento. Questo ci permetterebbe di calibrare meglio le azioni di prevenzione, dando la priorità a quelle che garantiscono il miglior rapporto risultati/costo sociale.
Mi rendo conto tuttavia che pensare di introdurre un ragionamento del genere nell'ambito della batracomiomachia a cui assistiamo in Italia quando si discute di azioni di prevenzione del contagio non è molto realistico.
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